Enrico Letta, vista dell’incontro di oggi con i vertici del PdL, confida “nella nella responsabilità e nella lungimiranza di tutti, la mia c’è, penso che tutti ce la metteranno", ribadisce il presidente del Consiglio, che sottolinea come "abbiamo davanti grandi opportunità" per cui "sarebbe paradossale" se "ora che ci avviciniamo alla terra promessa" prendesse il sopravvento la "politica interna".
Daniela Santanchè è convinta che né Letta né il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “vogliano assumersi la responsabilità di portare l’Italia nel caos". “Mi aspetto e sono certa che da parte loro ci sara’ la responsabilita’ di ripristinare al piu’ presto la democrazia nel nostro Paese. Sono certa che non consentiranno a un ordine che si e’ fatto potere dello Stato di essere piu’ potere degli altri. Gli italiani non vogliono vivere in un Paese dove le Procure decidono sulla politica e sulle aziende”. “Finora – continua la pasionaria del PdL – quello che ha avuto maggiore senso dello Stato e maggiore responsabilità è Silvio Berlusconi, altrimenti l’Italia non avrebbe avuto un governo, Letta non sarebbe diventato premier e Napolitano – rimarca – non sarebbe Presidente della Repubblica".
Gianfranco Rotondi, ex ministro e parlamentare PdL, da giorni continua a sottolineare che se Berlusconi dovesse essere fatto fuori dal Parlamento, tutti i parlamentari si dimetterebbero un minuto dopo: “Se Berlusconi viene cacciato dal Parlamento la domanda non e’ se i suoi ministri restano al governo: e’ scontato che si dimetteranno. La domanda e’: che ci facciamo piu’ in un Parlamento noi che siamo stati eletti sul suo nome?”. E Laura Ravetto gli fa coro: “Ovvio che nessun ministro resterebbe, anche perche’, se sono lì, lo devono esclusivamente a Berlusconi".
Stefania Prestigiacomo, PdL, spiega: “Non possiamo accettare l’eliminazione del nostro leader. Se succede, addio maggioranza. Altro che passo indietro per il bene del Paese: l’Italia sta bene se c’e’ il Cavaliere a capo del governo. Alla fine dimostrerà che e’ innocente".
Sandro Bondi, coordinatore PdL, in una nota dichiara: “Questo e’ uno di quei momenti in cui gli esponenti politici piu’ seri di un Paese, presenti in tutte le forze politiche, possono prendere decisioni in grado di far prevalere l’interesse generale e scongiurare ulteriori spaccature laceranti in un momento di grave crisi economica”. Per l’ex ministro “ha ragione il ministro Gaetano Quagliariello, quando invita tutti, compreso il Pd, a discutere senza pregiudizi e posizioni preconcette la questione delle conseguenze controverse, secondo l’opinione di numerosi e autorevoli costituzionalisti, di una sentenza che riguarda il leader di uno dei principali partiti della coalizione, e che si prenda in considerazione anche l’ipotesi che a dire l’ultima parola possa essere la Corte costituzionale”.
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