Ci siamo chiesti per anni, dinanzi alla barbarie primitiva perpetratasi nella prima metà del secolo scorso, come fosse possibile che una società sufficientemente progredita rimanesse soggiogata, ipnotizzata e turlupinata da personalità così evidentemente patetiche e disturbate come quella di Adolf Hitler e, in misura ridotta da tutti i punti di vista, di Benito Mussolini. L’abbiamo detto altre volte, e siamo rimaste naturalmente inascoltate, anche in famiglia: quando si dà troppo spazio alle masse, a quell’insieme amorfo e irrazionale che costituisce l’umanità dolente in contrapposizione all’umanità pensante, accade "storicamente" che i facinorosi più esaltati, di antico o di primo pelo, prendano il sopravvento sulle menti guidate dal lume della ragione, fomentando lo scontento del popolo, inneggiando al riscatto, ma più ancora alla vendetta sui presunti immeritevoli, in una crescente sarabanda di piche e forconi. E’ quello che sta accadendo oggi in Italia, con l’aggravante dell’inconsapevolezza generale.
Il fenomeno Grillo, ex comico convintosi a guidare la rigenerazione del Paese, ha riportato alla ribalta ex attori dimenticati, autoproclamatisi variamente rappresentativi del giusto sentire, dal supponente fotografo Oliviero Toscani all’illustrissimo commediante di alto rango Dario Fo, fino al presuntuoso "Re degli ignoranti" diventato guru grazie al beneplacito dei media. Viene da pensare all’innocuo Berlusconi, destinatario di un florilegio di metaforici e sprezzanti paragoni con illustri predecessori certamente più stimati dalle folle (Cesare, Nerone, Napoleone, lo stesso Mussolini) e costretto al ciclico silenzio dalle armate giudiziarie. Per Grillo invece celebrazione e deferenza dai media e perfino dalle istituzioni. Mentre dal suo blog emerge il ritratto di un personaggio invasato, assetato di dominio non solo informatico, e pericolosamente insuperbito dal successo ottenuto. Che l’equilibrato re Giorgio pensi a dargli l’incarico come fece a suo tempo il meno accorto Vittorio Emanuele? Speriamo di no. Primum vivere. Ci riferiamo alla vita della Repubblica, naturalmente.
Discussione su questo articolo