Sulla norma che dice no al voto di scambio politico-mafioso e’ ancora scontro tra Forza Italia e Pd. Gli "azzurri" presentano alla Camera 1.000 emendamenti al testo che torna da domani all’esame dell’Aula di Montecitorio, oltre a una pregiudiziale di costituzionalita’. In piu’ convocano una conferenza stampa e avvertono: siamo pronti alle barricate. Le critiche di FI al progetto di legge sono condivise dall’ Unione Camere penali e da Scelta Civica. Mentre il Pd tira dritto "con convinzione" sulla propria strada.
La riforma che inasprisce le condanne ed estende la fattispecie di reato in caso di voto di scambio "va fatta e in tempi rapidi", osserva il presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti. Il provvedimento, approvato all’unanimita’ alla Camera nel luglio scorso, venne modificato al Senato, dove passo’ a gennaio grazie a un’inedita maggioranza Pd-M5S-Sel. FI contesta proprio questa versione, definita "indecente" dal capogruppo Brunetta. Le critiche sono sostanzialmente tre. La prima riguarda l’ eliminazione del termine "consapevolmente" per qualificare l’ atteggiamento che il politico dovrebbe avere quando accetta la promessa di voti da parte dei mafiosi. Per FI se il politico non fosse consapevole dell’appartenenza dell’interlocutore alla malavita organizzata non ci sarebbe reato. Secondo: si critica che non sia piu’ solo il denaro a poter essere messo sull’altro piatto della bilancia per "compensare" i voti promessi,ma anche un’altra "qualsiasi utilita’", cosa che, secondo FI, estenderebbe a dismisura i confini del reato. Nella "versione Senato" si parla poi della "messa a disposizione" del politico.
A Palazzo Madama, infatti, si sostenne che i voti della mafia non sono tanto "acquistati" con del denaro, quanto con dei favori, con leggi fatte ad hoc "pro-associazione" o con la concessione di appalti o "semplicemente" mettendosi "a disposizione" per rispondere a ogni richiesta della criminalita’. La norma cosi’ com’e’ stata modificata al Senato, spiega Francesco Paolo Sisto, "e’ troppo ampia e lasca" e da’ "un potere smisurato alle Procure" che potrebbero avviare "indagini a pioggia". Anche per l’Unione Camere Penali, il testo "finirebbe per delegare un’inaccettabile discrezionalita’" alle toghe "ponendosi fuori del solco costituzionale".
La terza critica e’ sull’equiparazione della pena a quella per l’ associazione esterna: 12 anni di reclusione, nonostante quest’ ultimo reato, secondo Carlo Sarro (FI), "sia molto piu’ offensivo". Ma ad accendere gli animi sono le dichiarazioni di Renato Brunetta secondo le quali nel Pd ci sarebbe "ipocrisia" perche’ pur condividendo le perplessita’ sul testo, non le renderebbe note "per paura del partito di Repubblica e di Saviano". Andrea Mazziotti di Sc, ammette che il testo va modificato, ma accusa FI di "non aiutare l’accordo" con la sua aggressivita’.
Il Pd ribatte con il capogruppo in commissione Giustizia, Walter Verini e con Pina Picierno, responsabile Legalita’ e Sud. I Dem, assicurano, andranno "avanti con convinzione" sulla norma. E anche la presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, parla di "una scelta di FI molto grave". "Siamo a un passo dal si’ a una riforma molto attesa – sottolinea – e ogni ritardo sarebbe incomprensibile". Soprattutto alla vigilia delle Europee nelle quali si vota con la preferenza. Nel Pd, infatti, si spiega che probabilmente sarebbe proprio questa la "scadenza", quella delle elezioni di maggio, che FI vorrebbe superare senza che la norma contro il voto di scambio sia gia’ diventata legge.
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