Rivalita’, incomprensioni, incomunicabilita’ o pura concidenza: due esposizioni su Canaletto si sono aperte in questi giorni, quasi contemporaneamente, a Parigi. Al Museo Jacquemart-Andree e’ in programma fino al 14 gennaio un confronto tra due grandi vedutisti, Canaletto e Guardi, mentre il Museo Maillol propone ‘Canaletto a Venezia’ fino al 10 febbraio.
‘La mostra del Maillol e’ nata per coincidere con la grande mostra organizzata al Museo Correr di Venezia (che apre al pubblico da sabato) in occasione del terzo centenario della nascita di Francesco Guardi: tra i due progetti c’e’ un collegamento ideale – spiega la curatrice della mostra del Museo Maillol, Annalisa Scarpa, storica dell’arte e specialista della pittura veneziana del XVIII secolo, conservatrice della Fondazione Terruzzi di Milano -. Non e’ vero che i musei non si sono parlati, e’ che lo scambio e’ avvenuto solo con quelli dove si sapeva che si sarebbe fatta una mostra’. Secondo la curatrice quando il museo Maillol, ‘due anni e mezzo fa, con un comitato scientifico molto serio’ (dalla conservatrice della pittura veneziana al Museo dell’Ermitage, Irina Artemieva, allo storico dell’arte Charles Beddington), ha cominciato a studiare l’idea del percorso di una mostra su Canaletto, ‘non si aveva notizia che ci sarebbe stata un’altra mostra organizzata contemporaneamente sullo stesso artista, anzi quello che si sapeva, semmai, era che il Jacquemart-Andree aveva previsto di organizzarla l’anno successivo’. E aggiunge: ‘Io non so perche’ alla fine l’altro museo l’abbia anticipata. Forse e’ una pura coincidenza. Ma alla fine le due mostre sono talmente diverse che diventano quasi complementari: una (quella al Maillol, ndr.) solo su Canaletto e le sue vedute di Venezia, un campo di ricerca molto ristretto, e l’altra sul vedutismo in generale. Il collegamento lo fa il pubblico. Da parte mia, l’idea che ci sia un autunno veneziano a Parigi mi va benissimo’.
L’esposizione del Museo Maillol – in collaborazione con La Fondazione Musei Civici di Venezia – riunisce una cinquantina di opere, provenienti da grandi musei e collezioni private, come i prestiti del Museo Ermitage e del Museo Puskin, quelli degli Uffizi e della Pinacoteca di Brera. C’e’ anche il celebre quaderno di schizzi di Canaletto, un unicum nella storia dell’arte del Settecento, presentato per la prima volta al pubblico lo scorso marzo per la Mostra prodotta da Venezia Accademia, e che potra’ essere sfogliato in maniera virtuale. Inoltre sara’ ricostruito un fac simile della camera ottica della quale Canaletto si avvaleva nell’ideazione e realizzazione delle vedute veneziane. Niente capricci, ne’ vedute di Londra, e nemmeno gli altri vedutisti, eccetto la grande planimetria di Venezia del Guardi che apre la mostra e un raro ritratto di Canaletto. L’obiettivo e’ di mettere in evidenza l’evoluzione stilistica dell’artista.
La mostra al Museo Jacquemart-Andree – curata dalla grande specialista dei vedutisti veneziani, Bozena Anna Kowalczyk – presenta in una sessantina di opere, con altrettanti prestiti eccezionali di grandi musei e collezioni internazionali, alcuni capolavori di Canaletto e di Guardi, ‘un confronto tra il maestro e l’allievo, per mettere in evidenza l’evoluzione della veduta’. In mostra, ci sono, in particolare, alcuni dipinti e disegni di Canaletto della Royal Collection, appartenenti alla Corona britannica che possiede una delle maggiori collezioni dell’artista al mondo.
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