Nei giorni scorsi il governo guidato da Mauricio Macri ha annunciato di volerci vedere chiaro per quanto riguarda il fiume di assunzioni pubbliche di questi ultimi anni. Il presidente dell’Argentina, infatti, ha promosso una revisione del settore pubblico. In un decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, Macri ha ordinato una revisione dei contratti di lavoro della pubblica amministrazione stipulati durante l’amministrazione del suo predecessore (di sinistra) Cristina Kirchner. Il decreto odierno ha ordinato agli amministratori dello stato di "rivedere le gare d’appalto pubbliche e il processo di selezione del personale" entro sei mesi.
Il governo ha indicato che saranno riesaminati 24mila contratti di lavoro del settore pubblico e 11mila appalti che risalgono fino al 2013. Un articolo sul quotidiano La Nacion ha pubblicato una stima, secondo cui le assunzioni nel pubblico impiego sarebbero aumentate del 54 per cento durante i dodici anni del governo di Kirchner e del suo marito e predecessore Nestor.
Una revisione del settore pubblico che però fa paura ai lavoratori, i quali temono possa portare a massicci tagli occupazionali. Così molti di loro sono scesi in piazza per protesta. Migliaia di persone hanno marciato verso il ministero del Lavoro a Buenos Aires per protestare contro i provvedimenti. La manifestazione è stata indetta dal principale sindacato del servizio pubblico, Ate, dopo che il governo ha annunciato la scorsa settimana la prevista revisione.
Quella che riguarda il settore pubblico è solo l’ultima di una rapida serie di riforme che Macri ha lanciato da quando si è insediato il 10 dicembre, dopo aver battuto gli alleati della Kirchner nella corsa alla presidenza. La vittoria di Macri, figlio di emigranti italiani, ha rappresentato una svolta in Argentina, dove il movimento "Peronista" ha dominato per decenni la scena politica.
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