Sta entrando nel vivo anche in Italia la guerra tra Apple e Samsung. La società sudcoreana aveva infatti fatto causa a Cupertino nel 2011 di fronte al tribunale di Milano, denunciando la violazione di un proprio brevetto per la realizzazione dell’iPhone 4S. Ora, spiega il giudice Marina Tavassi, presidente della sezione specializzata in materia di impresa del tribunale, stiamo entrando nella fase di merito del procedimento.
Il telefono all’epoca, nonostante la causa, fu messo in commercio perché la richiesta di una sospensiva cautelare venne respinta. Poi arrivarono le perizie tecniche. Ora si va verso il giudizio. Nel caso in cui la Apple fosse considerata colpevole di aver violato i brevetti Samsung dovrebbe pagare i danni ai sudcoreani.
Ma come mai la cosa è di fronte a un tribunale nazionale e non di fronte a un giudice europeo? Perché, spiega Tavassi, non esiste una corte su questa materia che abbia giurisdizione su tutto il territorio dell’Unione. Risultato: chi vuole far valere un proprio brevetto, deve fare causa in tutti i Paesi Ue, uno per uno. Col rischio di trovarsi vittorie e sconfitte a macchia di leopardo.
Per mettere fine a questa situazione da tempo in Europa si parla di introdurre il cosiddetto ‘brevetto unitario’, un istituto giuridico che sarebbe valido in tutta l’Unione e per la tutela del quale ci sarebbe un apposito tribunale. Già un regolamento del Parlamento Ue lo ha definito. Ma si tratta di un sistema per adottare il quale mancano ancora diversi passaggi e che non diventerà operativo prima del 2016.
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