Le elezioni referendarie appena trascorse hanno riportato a galla tutti i problemi del meccanismo elettorale con cui votano gli italiani all’estero.
“Credo che dopo quello che è successo, la priorità sarà quella di riformare il voto all’estero”: parlava così l’On. Fabio Porta, appena eletto deputato, il giorno dopo lo scrutinio in occasione delle Politiche 2022.
In conferenza stampa alla Camera dei Deputati c’erano lui, Porta, rappresentante del Pd, Marcelo Bomrad, Lega, e Ricardo Merlo, presidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero.
Tutti ad assicurare, a parole, che all’inizio di questa legislatura la riforma del voto all’estero sarebbe stata una priorità. Con il senno di poi, possiamo tranquillamente affermare che quelle buone intenzioni, ad oggi, sono rimaste tali: fatti, zero.
Gli italiani all’estero, come quelli residenti in Italia, sono già stanchi da un pezzo delle vuote promesse della politica: forse sarebbe il caso di darsi da fare sul serio?
“Siamo al punto di non ritorno – disse ancora Porta: la non modifica vorrebbe dire la fine del voto all’estero. Se questo sistema non sarà cambiato, meglio eliminare direttamente il voto. Non abbiamo la credibilità per presentarci con un meccanismo che non è stato modificato, qualsiasi sia il sistema, qualsiasi siano le correzioni”.
D’accordo il presidente del MAIE Merlo: “Siamo a un punto di non ritorno. Sono d’accordo. Bisogna cambiare. MAIE, centrodestra e Pd dall’inizio della legislatura dovranno pensare seriamente a una riforma per cambiare il meccanismo di voto all’estero”.
Nonostante le dichiarazioni pubbliche, sappiamo tutti cos’è successo: un bel niente.