Rimandata, insieme a Goldman Sachs, dalla Fed negli stress test che le rilascia un via libera condizionato al proprio piano di capitale. E bocciata in tronco dal Senato americano, che l’accusa di aver ‘mentito e ingannato’ le autorita’ e gli investitori. JPMorgan vive una giornata difficile: in borsa perde oltre l’1% e i suoi manager ed ex manger si trovano a rispondere al fuoco di fila dei senatori sulla ‘Balena di Londra’, che continua a creare problemi alla banca, senza che questa riesca a voltare pagine. Il rapporto di 300 pagine della sotto commissione permanente di indagine del Senato non lascia adito a dubbi: JPMorgan ha ‘ignorato i segnali d’allarme’ sulle maxi perdite per oltre 6 miliardi di dollari della ‘Balena di Londra’, il trader Bruno Iksil che con le sue posizioni importanti sul mercato dei derivati ne ha influenzato l’andamento. Non viene risparmiato neanche l’amministratore delegato, Jamie Dimon: ‘era gia’ in possesso di informazioni sulla complessita’ e sull’ampiezza del portafoglio, del potenziale aumento delle perdite in marzo e della difficolta’ dall’uscire da tale posizione’. Un riferimento indiretto al fatto che Dimon ha inizialmente liquidato la vicenda come una ‘tempesta in un bicchier d’acqua’, per poi essere costretto a fare mea culpa. Dure critiche anche per Doug Braunstein, l’ex chief financial officer ora vice presidente della banca, accusato di aver fornito informazioni ‘alla meglio inaccurate, alla peggio ingannevoli’.
Accuse dalle quali i manager della banca cercano di smarcarsi. ‘Abbiamo imparato una lezione di valore dalla Balena di Londra’, afferma nel corso dell’audizione in Senato Michael Cavanaugh, co-responsabile dell’investment bank di JPMorgan e colui che e’ stato incaricato di ‘ripulire’ e di condurre l’indagine interna a JPMorgan sulle maxi perdite. Cavanaugh e’ considerato da molti uno dei papabili successori di Dimon. Le perdite sono state il risultato – mette in evidenza Cavanaugh – di diverse azioni e omissioni. ‘Abbiamo preso azioni per rimediare e prevenire che cose del genere accadano nel futuro’. A comparire in Congresso anche Ina Drew, l’ex numero uno del Chief Investment Office (Cio), dove lavorava Iksil. Definendo il suo rapporto con Dimon stretto, Drew ammette che ‘errori sono stati commessi e il fatto che siano accaduti sotto il mio sguardo e’ la parte piu’ dolorosa della mia carriera’. Drew ha lasciato la banca ma – secondo i senatori – ‘non bastano alcuni licenziamenti ‘ per risolvere il caso.
Non e’ solo il Senato, pero’, a puntare il dito contro la banca. Lo ha fatto nelle ultime ore anche la Fed, nei risultati degli stress test che rimandano JPMorgan perche’, cosi’ come Goldman, ha proposto un piano di capitale che presenta debolezze. Un nuovo piano dovra’ essere ripresentato entro settembre, per il momento la banca puo’ comunque procedere. E JPMorgna procede, annunciando un piano di buy back da 6 miliardi di dollari. Complessivamente la Fed ha approvato i piani di capitale di 16 delle 18 banche esaminate.
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