Abbiamo 8mila chilometri di costa, luoghi turistici conosciuti a livello internazionale e che tutto il mondo ci invidia. Il nostro Paese è ricco di Storia, Arte, monumenti e opere dal valore inestimabile. Eppure, l’Italia non riesce a valorizzare davvero la risorsa che più di ogni altra, insieme al made in Italy, potrebbe aiutarla a risollevarsi. Stiamo parlando del turismo, ovviamente. Pensate: uno studio sulla competitività turistica dei vari Paesi, inserisce l’Italia solo al 26esimo posto (18esimo in Europa). In vetta alla classifica del World Economic Forum (Wef) – questo il nome dell’indagine – ancora una volta c’è la Svizzera, la Spagna sale al quarto posto e la Francia scende dal podio e fa spazio alla Germania che conquista il secondo posto. L’Austria è terza, quinto il Regno Unito, con gli Stati Uniti d’America confermati al sesto posto. La Francia, come detto, abbandona il podio e passa dal terzo al settimo posto. La classifica dei primi dieci si conclude con Canada (8), Svezia (9) e Singapore.
La 26esima posizione per l’Italia è uno schiaffo alle ricchezze artistiche del nostro Paese, alla bellezza dello Stivale. Figuratevi che prima di noi c’è addirittura la Corea. Volete sapere perché l’Italia è solo 26esima in questa classifica? Non per la propria infrastruttura turistica, che anzi viene valutate “eccellente” e consegna all’Italia, da questo punto di vista, il primo posto insieme all’Austria; Italia che è poi in terza posizione – dopo Cina e Spagna – per numero di siti culturali iscritti al Patrimonio mondiale dell’umanità; la verità è che la Penisola stenta a scalare la classifica perché penalizzata dalle norme e dalle regolamentazioni (100/o posto), dalla competitività dei prezzi (134). Mediocri i voti in materia di sicurezza (44) e priorità data al settore (79). E’ davvero incredibile dover leggere i risultati di questo studio, fa arrabbiare: soprattutto perché è vero, non viene data al settore turistico la “priorità” necessaria per renderlo davvero unico. E poco importa se, leggendo ancora i vari dati dell’indagine, il nostro Paese gode di buoni punteggi per l’industria creativa, le fiere e le esibizioni: il risultato complessivo resta altamente insoddisfacente. Anche per ciò che riguarda i prezzi, che anzi rappresentano un capitolo davvero doloroso. La mancanza di una offerta adeguata piazza lo Stivale addirittura al 134esimo posto. Roba da vergognarsi, in tutta sincerità. Capri, per esempio, è risultata una delle destinazioni più care al mondo, secondo le stime di Hotels.com, con 241 euro di prezzo medio in hotel. Roba da sceicchi, o quasi.
I dati parlano chiaro. Per ciò che riguarda l’offerta culturale e il patrimonio artistico, non c’è dubbio alcuno: siamo ai massimi livelli. Ma non riusciamo ad essere capaci di promuovere e valorizzare il nostro patrimonio. Ed è davvero un peccato.
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