Un volo di oltre 35 metri, una morte che da subito scuote le coscienze come un duro atto d’accusa. Un’accusa ad ‘paese omofobo’. Per questo la procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sulla morte dello studente universitario di 21 anni che sabato notte si e’ suicidato lanciandosi dall’ undicesimo piano del comprensorio dell’ex pastificio della Pantanella. Il fascicolo, per ora senza indagati o ipotesi di reato, e’ stato avviato dal procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e dal sostituto Antonio Clemente. Quello che gli inquirenti cercheranno di capire e’ quanto il suicidio sia stato un gesto estremo per porre fine ad un tormento interiore o quanto abbia pesato, nella vita di tutti i giorni, nel quotidiano di un ventunenne, il doversi nascondere. Il dover affrontare il disagio per la propria omosessualita’ magari oggetto di insulti o vessazioni. Simone, prima di entrare in quel palazzo nel quale non abitava ma che ha scelto come luogo della sua morte, ha lasciato un biglietto nel quale scriveva che "l’Italia e’ un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza". E su queste parole si concentrano i primi passi investigativi. I pm hanno affidato una delega alla polizia per effettuare una serie di accertamenti: gli inquirenti ascolteranno prima di tutto parenti e amici del ragazzo per cercare di definire i contorni in cui si e’ consumata la tragedia.
Gli investigatori cercheranno di ricostruire le ultime ore di vita del ragazzo, per capire soprattutto se nella zona o in quell’edificio dal quale si e’ lanciato avesse incontrato qualcuno. Intanto tra domani e mercoledi’ potrebbe essere effettuata l’autopsia. E in una citta’ ancora sgomenta e sotto choc per un’altra giovane vita spezzata dall’emarginazione e dall’indifferenza il mondo gay si mobilita e pensa ad un invito al presidente del consiglio Enrico Letta, alla mobilitazione prevista nella Gay Street "per impegnare il Governo in urgenti e opportune politiche di contrasto all’omofobia". "Mercoledi’ sera alle 21 abbiamo dato appuntamento per la mobilitazione della comunita’ lesbica, gay e trans alla Gay Street a Roma, in via di San Giovanni in Laterano -dice il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo-. Rivolgiamo un invito al Presidente del Consiglio Enrico Letta a incontrarci e a impegnare il Governo in urgenti e opportune politiche di contrasto all’omofobia. Se Letta venisse alla manifestazione sarebbe un segnale di attenzione. La politica non puo’ continuare ad essere assente e distante di fronte all’omofobia". Appello raccolto dal viceministro del lavoro e delle politiche sociali Maria Cecilia Guerra che partecipera’, a nome del Governo e anche in rappresentanza del presidente del Consiglio, al sit-in del 30 ottobre. E mentre il sindaco di Roma immagina "una vera e propria campagna culturale a partire dalle nostre scuole", i consiglieri della Lista Civica Marino proporranno di intitolare una strada alle "vittime dell’omofobia". Affinche’ cordoglio e solidarieta’ non rimangano vuote parole senza alcun seguito concreto. E per non lasciare che le parole scritte da Simone restino solo un grido d’aiuto inascoltato e un atto d’accusa senza speranza.
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