"Qualche amico mi ha chiesto di capire piu’ dettagliatamente le mie intenzioni riguardo il futuro dell’area politica di destra. Qualche altro ha manifestato addirittura stupore sull’ipotesi di ‘tornare’ a La Destra e credo sia doveroso qualche chiarimento. Dal nostro partito non ci siamo dimessi affatto; anzi, abbiamo deciso di mantenere in piedi l’organizzazione, ma prendendo atto dell’impossibilita’ di una campagna elettorale come quella delle europee (per numero di firme, quorum e quattrini…), e decidendo di sostenere le liste di Forza Italia, scegliendo fra i candidati presentati, ma non ci siamo ne’ iscritti ne’ siamo dirigenti del partito di Silvio Berlusconi. Abbiamo solo fatto il tifo…". Cosi’ il leader de La Destra, Francesco Storace.
"A quattro mesi di distanza dalla scelta stabilita a marzo – che segui’ un appello preciso del cavaliere a serrare i ranghi mentre venivamo invece tristemente ignorati da altri – constatiamo grande confusione: si doveva puntare a ricostruire un partito unitario del centrodestra senza gli errori che provocarono la crisi del Pdl; ora ci si ritrova in un nuovo schema di coalizione ancora da costruire col rischio di scivolare in un mero cartello elettorale. Non c’e’ discussione su contenuti che non siano legati esclusivamente all’economia (ma senza prendere posizione sulle vessazioni europee che rendono schiavi gli Stati membri piu’ deboli), non si capisce che ruolo debbano avere uomini e donne di destra nel partito di Berlusconi. Con Silvio ho parlato piu’ volte, ma pare difficile capire le conclusioni del ragionamento. Ora, sembra che Gasparri e Matteoli vogliano organizzare piu’ strutturalmente una presenza di destra all’interno di Forza Italia. E sarebbe una buona notizia; credo che ne parleremo alla convention promossa in Puglia per i primi di settembre dal vicepresidente del Senato, che ha voluto invitarmi (il rapporto con Gasparri mi sembra improntato a sincerita’, ha accompagnato positivamente il percorso nuovo che abbiamo intrapreso)".
"Nel frattempo, dobbiamo ragionare tra di noi – e il Giornale d’Italia e’ strumento utile allo scopo – sul nostro futuro: in un’Italia che vota sempre meno – dice ancora Storace – una forza di destra puo’ tentare di riprendere consenso tra chi ha perso la fiducia negli attuali schieramenti?; oppure, occorre continuare a tentare di dar vita ad una specie di componente nel contenitore piu’ grande? Bisogna rispondere seriamente. Tentando anche di capire se Berlusconi abbia ancora voglia di guidare Forza Italia. A volte sembra di no. Anche per questo e’ difficile dare una risposta sul mandato che ricevetti – unanimemente – dal comitato centrale di marzo a ‘concordare modi e tempi per un comune cammino che deve avere come obiettivo quello di restituire all’Italia, al piu’ presto, un Governo finalmente eletto dal popolo’. Onestamente, vedo ancora difficolta’. Ma non dispero che si possa discuterne. Intanto, dobbiamo organizzarci. Senza temere sbarramenti o chissa’ quali diavolerie”.
“Comincio seriamente a pensare che si andra’ al voto con il Consultellum partorito dalla Corte costituzionale, preferenza unica e senza premio di maggioranza. Magari, potrebbe rappresentare la vera occasione per una grande aggregazione unitaria di centrodestra o per una opzione politica di destra, incentrata sui nostri valori di riferimento. In un caso come nell’altro, dobbiamo essere pronti. Per le nostre ambizioni da poltrona? No, perche’ non ne nutriamo. Ma per l’Italia, che ha bisogno di chi ne rappresenti la vocazione alla sovranita’, la voglia di tutelare i nostri connazionali prima di ogni altro, la rivendicazione di un rapporto piu’ umano tra fisco e contribuente, l’affermazione di un modello culturale scevro a tentazioni relativiste. E’ a questa Italia che dobbiamo parlare. Questo siamo noi. La casa da abitare non puo’ essere animata dal contrario".
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