Con questo caldo il pesce fresco va comperato solo se e’ sotto ghiaccio. Un consiglio a tutti i consumatori per evitare spiacevoli disturbi intestinali. Il pesce, come peraltro altri tipi di carne, e’ decomposto dai microrganismi, dagli enzimi contenuti nel pesce stesso e dall’azione della luce e dell’ossigeno. E’ noto a tutti che il caldo favorisce la moltiplicazione dei batteri e delle muffe, meno noto e’ che al processo di decomposizione partecipano la luce e l’ossigeno che ossidano (irrancidiscono) facilmente i grassi insaturi contenuti nella carne e gli enzimi, i quali, proprio perche’ il pesce e’ un animale a sangue freddo e vive in mare al "fresco", sono attivi anche a temperature di 10 gradi centigradi, condizioni termiche che si superano facilmente in questi giorni.
Il pesce che e’ venduto, soprattutto nei mercati rionali, e’ esposto alla vendita con poco o punto ghiaccio e questo lo porta al rapido deterioramento perche’ vi concorrono tutti gli elementi responsabili dell’alterazione: microorganismi, enzimi, luce e ossigeno. Occorre, quindi, che il pesce sia letteralmente sommerso dal ghiaccio al fine di rallentare la moltiplicazione dei microrganismi, rendere piu’ lenta l’attivita’ enzimatica e ridurre l’esposizione alla luce e all’ossigeno.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc/Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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