Silvio Berlusconi è arrivato oggi a Roma. Resterà fino a domani nella Capitale, dove sta portando avanti una serie di incontri politici, in particolare con i vertici del PdL che in questo periodo sono alle prese con l’organizzazione e i regolamenti dei congressi provinciali.
Mentre Mario Monti era a Strasburgo con Nicolas Sarkozy e Angela Merkel per parlare di crisi, di Europa e di euro, Berlusconi ha ricevuto i capigruppo del Popolo della Libertà per fare il punto della situazione. E’ tornato a ribadire di essersi dimesso per senso di responsabilità verso il Paese e ha aggiunto che il governo Monti va sostenuto. Ma a Silvio più di ogni altra cosa brucia il fatto che tutti parlino di Monti come un signore dai comportamenti sobri e non sopra le righe, "non come quel Berlusconi lì…". E il Cav, si sa, è invece sempre stato fiero del suo modo di comportarsi nei confronti dei suoi interlocutori e dei suoi ospiti, si è sempre vantato di essere un perfetto padrone di casa. Tant’è. Forse anche per questo, a causa di un umore non troppo buono, ha evitato nelle ultime ore di rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Sappiamo però che sabato dovrebbe essere a Verona per partecipare al Convegno dei Popolari liberali di Giovanardi, mentre il 7-8 dicembre dovrebbe essere a Marsiglia per il Congresso del Ppe. Un modo per continuare a ritagliarsi quel ruolo di "padre nobile" del partito, dicono i suoi uomini più vicini.
Il Cav ha infatti ormai delegato praticamente tutto ciò che riguarda il PdL al segretario Angelino Alfano, che oggi incontrando la stampa ha spiegato che il grosso dei congressi si terrà a gennaio: solo una minima parte si svolgerà a dicembre. Alfano ha anche ricordato che Berlusconi ha parlato di un congresso nazionale in primavera e che possibilmente in quella occasione si potrebbe anche cambiare nome al partito. L’ex ministro Gianfranco Rotondi suggerisce al Cavaliere persino il nuovo nome: "Viva l’Italia, Partito Popolare Europeo".
Alfano è tornato a sottolineare che nel PdL ci saranno "primarie ad ogni livello", basta a nomi calati dall’alto, il Popolo della Libertà sarà fatto dagli iscritti e dai militanti, dalla base. Il sostegno al governo Monti? Su questo il partito è ancora spaccato, in molti nel PdL vorrebbero andare al voto prima possibile. Intanto il segretario del PdL cerca di ricucire con l’Udc e allo stesso tempo di non perdere l’alleanza con la Lega, per ora unica forza politica che ha scelto di fare opposizione al governo del professore bocconiano. E mentre il partito è alle prese con una sorta di riorganizzazione interna, dopo l’arrivo di Alfano e anche in vista dei congressi – e più in là nel tempo delle elezioni -, c’è chi si chiede se alle prossime Politiche il candidato premier sarà davvero Angelino, e non Silvio. Già, perchè in tanti non si rassegnano: "Silvio deve tornare a Palazzo Chigi". Già, sarebbe bello. Purtroppo, però, con Berlusconi candidato premier la sconfitta sarebbe sicura. E anche Silvio lo sa.
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