Anche se in questo periodo l’Italia è governata da un governo tecnico, composto da persone che non ha eletto nessuno e che quasi nessuno ancora conosce – caso Malinconico a parte -, un governo che in molti continuano a definire "abusivo", la politica non è andata in vacanza. Niente affatto. I partiti approfittano di questo momento per guardare al futuro, alle prossime elezioni politiche, che presumibilmente si terranno nella primavera del 2013, visto che nessuno ha intenzione di "staccare la spina" al governo guidato da Mario Monti. Questo stesso concetto l’ha espresso ancora una volta Silvio Berlusconi ai suoi, nell’ultimo vertice PdL tenutosi a Palazzo Grazioli: per ora, ha spiegato l’ex premier, togliere il sostegno all’esecutivo del professore bocconiano è impossibile. Quindi, meglio organizzarsi per il voto del prossimo anno.
Il Cavaliere continua a tenere una porta aperta all’Udc di Pierferdinando Casini. Tuttavia, precisa, ad una eventuale alleanza con i centristi dobbiamo arrivare con una posizione di forza, non sotto scacco e tanto meno ricattati. Casini, con tutto il Terzo Polo, è fra i maggiori sostenitori del governo dei banchieri: pur con un bagaglio del 7% di gradimento, l’Udc ha certamente un ruolo fondamentale nel sostegno a Monti. Il PdL lo sa, e di certo non è felice del peso politico che viene attribuito a Casini in questa circostanza. Parlando di legge elettorale, quindi, ecco l’idea di molti ‘big’: un dialogo con il Pd per ‘salvare’ il bipolarismo e, considerando anche le istanze della Lega, modificare la legge elettorale solo con piccoli ritocchi. L’obiettivo del piano sarebbe quello di ‘sbarrare’ la strada al proporzionale e a Casini che un domani potrebbe ritrovarsi a fare da ago della bilancia.
Allo stesso tempo, però, spiega un esponente del PdL che desidera restare anonimo, "non possiamo fidarci del Partito democratico che ha un patto con Maroni per dividere il Pdl e la Lega e non possiamo fidarci neanche di Casini che tratta con il Pd e soprattutto vuol far saltare l’attuale sistema". Insomma, la situazione non è affatto facile ed è in continuo divenire.
Proprio a questo servono i frequenti vertici PdL a Palazzo Grazioli (dopo quello di martedì, se ne attende uno per giovedì sera), a studiare una strategia di partito: un partito, quello di Berlusconi, che vuole fare valere il suo peso di maggiore forza politica presente in Parlamento. Intanto però il PdL continua a perdere consensi, anche se nei sondaggi più recenti è leggermente in salita. Ma il popolo del centrodestra non capisce fino in fondo questa maggioranza di governo fra PdL, Pd e Terzo Polo. I berlusconiani avrebbero preferito senza dubbio andare subito al voto, anche perchè lo stesso Cavaliere più volte aveva assicurato: se il mio governo cade, elezioni subito. Ma così non è stato.
Silvio Berlusconi farebbe certo a meno di una nuova legge elettorale, ma ha dovuto cedere alla spinta dell’opinione pubblica, alla quale il Porcellum proprio non piace più. I cittadini si sentono in diritto di poter esprimere il proprio voto, scegliendo chi mandare in Parlamento: adesso, sono i segretari di partito a scegliere i nomi da inserire in liste "blindate". E poi c’è anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che non fa altro che ripetere che è urgente la riforma elettorale. Una cosa è certa: il Berlusca non è disposto ad accettare alcun compromesso al ribasso, e con i suoi studierà fino all’ultimo una strategia politica che possa dare al suo partito quel giusto margine di manovra per arrivare alle elezioni del 2013 nella migliore condizione possibile.
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