Una ricorrenza serena, sobria, non certamente in spirito festivo, ma certo una data importante, che non puo’ essere trascurata. E’ con questo spirito che domani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone per la Pasqua si recheranno prima a messa e poi a pranzo dall’addetto militare, l’ammiraglio Franco Favre. Questo, mentre il governo indiano fa sapere che chiedera’ nuove indagini da consegnare al giudice monocratico di New Delhi che li dovra’ giudicare.
Intanto il ministro della Difesa Giampaolo di Paola ha salutato oggi i familiari di Latorre e Girone in Puglia, mentre domenica e’ prevista una telefonata a loro ed ai parenti del viceministro degli Esteri, Staffan de Mistura, il cui ritorno in India e’ imminente. Non c’e’ dubbio che i pensieri dei maro’ comunque sono concentrati sull’udienza fissata dalla Corte Suprema per martedi’ in cui il presidente Altamas Kabir dovra’ prendere atto del loro regolare ritorno e rimuovere l’ordinanza di limitazione dei movimenti dell’ambasciatore Daniele Mancini. Un ‘vulnus’ che se si fosse materializzato avrebbe portato ad una grave violazione della Convenzione di Vienna.
L’udienza e’ attesa anche perche’ da essa potrebbero emergere elementi nuovi riguardanti la costituzione del tribunale speciale che deve occuparsi dei maro’ e che, essendo un organismo che non ha precedenti in India per un tema di diritto internazionale, ha bisogno di regole chiare e condivise. Inoltre martedi’, lo ha preannunciato il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid, saranno depositati i pareri di un gruppo di esperti riguardanti la non applicabilita’ della pena di morte nel caso dell’incidente del 15 febbraio al largo delle coste del Kerala in cui persero la vita due pescatori imbarcati sul peschereccio St.Antony. E’ probabile, poi, che sara’ presentata dal ministero dell’Interno una ‘Review Petition’ per ribadire che il governo indiano ritiene di avere giurisdizione sul caso dei maro’ e che quindi l’Agenzia nazionale di investigazione (Nia) deve svolgere nuove indagini per presentarne i risultati ed i relativi capi di imputazione al giudice monocratico del tribunale ad hoc. In particolare si ‘intende provare che le leggi indiane sulla sicurezza marittima e sulle acque territoriali non entrano in conflitto con i trattati o le convenzioni dell’Onu’. E per questo Delhi ritiene che ‘la legge sulla Sicurezza della navigazione marittima approvata dal Parlamento nel 2002 conferisce all’India piena giurisdizione nella vicenda’.
Commentando l’approssimarsi di una fase giudiziaria piu’ dinamica, l’ambasciatore Mancini ha confermato che ‘sono ripresi con discrezione i contatti diplomatici fra i due Paesi’ e che ‘l’Italia si attende non solo un giudizio equo, come certo sara’, ma anche un processo rapido’. Si deve ricordare in proposito che per il periodo in cui sono stati bloccati in Kerala, i maro’ hanno scelto di non rispondere ad alcun interrogatorio, per cui ufficialmente la loro versione dei fatti non e’ mai stata proposta ad alcun giudice indiano. ‘Apparentemente si dovrebbe riaprire una fase di indagine a New Delhi’, ha dichiarato l’avvocato dello Stato Carlo Sica, appena rientrato dall’India, aggiungendo che ‘noi fino ad oggi abbiamo eccepito alla problematica della giurisdizionalita’ ed ora entriamo in una fase nuova di dibattimento’. ‘I due fucilieri – ha concluso – hanno sempre raccontato la verita’, ora lo faranno davanti a un organo giurisdizionale, e probabilmente sara’ possibile che ci siano altre testimonianza da parte degli occupanti della Enrica Lexie’.
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