
Non si finisce ancora di assimilare il forte messaggio di risveglio dell’Europa lanciato ieri dalla tribuna di Strasburgo, che gia’ per il Papa si prepara un altro viaggio di portata storica, sia sul piano religioso che politico. Venerdi’ Francesco, diventato ormai anche lui un Papa-globetrotter nonostante una sua certa resistenza caratteriale agli spostamenti, partira’ infatti per la Turchia, Paese a stragrande maggioranza musulmano, alle porte del Medio Oriente, attualmente lambito ai suoi confini, in Iraq e in Siria, dai fronti di guerra dell’estremismo islamico. L’occasione della visita di tre giorni, ad Ankara e Istanbul, su invito sia del presidente Recep Tayyip Erdogan che del patriarca ortodosso Bartolomeo, e’ prima di tutto la partecipazione domenica 30 novembre alla festa di Sant’Andrea, patrono della "Chiesa sorella" di Costantinopoli: ma per Bergoglio sara’ il momento anche per approfondire i rapporti con l’Islam, a cui il Pontefice argentino non cessa di tendere la mano e di indicare prospettive di dialogo.
"Invito tutti a pregare perche’ questa visita di Pietro al fratello Andrea porti frutti di pace, sincero dialogo tra le religioni e concordia nella nazione turca", ha detto oggi il Papa al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro. E che quello del dialogo, non solo con la Chiesa ortodossa ma anche con l’Islam, sia il vero cardine di questo sesto viaggio internazionale di Francesco, in un momento di gravissime tensioni internazionali, lo spiega anche il cardinale segretario di Stato in un’intervista al centro Televisivo Vaticano.
Il Pontefice visita la Turchia anzitutto per "rafforzare i legami di amicizia, di collaborazione e di dialogo fra le Chiese", e per "esprimere preoccupazione per la situazione e la sorte di tanti fratelli cristiani che si trovano in situazioni di difficolta’ e di persecuzione", sottolinea Parolin, toccando col Ctv questioni come il dialogo interreligioso ("occorre denunciare la manipolazione della religione e l’uso del nome di Dio per fare violenza"), la delicata situazione in Medio Oriente ("la soluzione non puo’ che essere regionale, comprensiva, tenendo conto degli interessi e delle aspettative di ognuna delle parti coinvolte") e la presenza dei cristiani in Turchia e nella regione ("nonostante le difficolta’, la Chiesa cattolica e’ impegnata nel dialogo con l’Islam").
Tra l’altro, ad illustrare al Papa la drammatica situazione dei cristiani iracheni sotto l’attacco dell’Isis, oggi all’udienza c’era anche l’arcivescovo caldeo di Mosul, Amel Shamon Nona, che gli ha esposto le tre loro "priorita’": "Liberta’ di far ritorno in sicurezza alle proprie case; garanzia di tutti i diritti civili e non trattamento da cittadini di serie b; preghiera e sostegno del Papa e della Chiesa universale". Con Nona anche il suo "amico Nikodemos, arcivescovo siro ortodosso di Mosul". E "insieme – ha spiegato all’Osservatore Romano – vogliamo testimoniare l’unita’ e la speranza dei cristiani in Iraq: lavoriamo fianco a fianco senza fare distinzioni tra cattolici e ortodossi".
"La nostra gente e’ stata costretta ad abbandonare tutto, case, terre e proprieta’ per provare a sopravvivere", ha detto il presule caldeo. Ma "anche le nostre chiese sono svuotate e per pregare insieme ci si trova, di volta in volta, dove e’ possibile". In questa situazione, i cristiani iracheni guardano con speranza al Papa e si aspettano "il suo incoraggiamento per non sentirsi soli, abbandonati".
Nel viaggio in Turchia del Papa, comunque, non sono espressamente previsti incontri con rifugiati dall’Iraq. Francesco arrivera’ venerdi’ ad Ankara alle 13.00 locali e visitera’ subito il Mausoleo di Ataturk, padre della Repubblica. Quindi si rechera’ in visita al presidente Erdogan, nella nuova faraonica e contestatissima "reggia", dove incontrera’ le autorita’ e anche il premier Ahmet Davutoglu. Poi andra’ in visita al presidente degli Affari religiosi al Diyanet. La mattina dopo si spostera’ a Istanbul, dove avra’ subito due momenti importanti: la visita al Museo di Santa Sofia e quella alla "Moschea Blu", la stessa dove nel 2006 Benedetto XVI si raccolse in preghiera silenziosa.
Nel pomeriggio la messa nella cattedrale cattolica e, a seguire, la preghiera ecumenica nella chiesa del Patriarcato ecumenico e l’incontro privato con Bartolomeo. La mattina di domenica sara’ riservata infine alla "divina liturgia" della festa di Sant’Andrea, nella chiesa patriarcale, seguita dalla benedizione ecumenica, dalla firma di una dichiarazione congiunta e dal pranzo con Bartolomeo. Il Papa, intanto, ha rifiutato di spostarsi sul territorio con l’auto blindata.
Secondo la stampa locale, Bergoglio avrebbe indicato di voler effettuare gli spostamenti con una Fiat Albea. Le autorita’ turche avrebbero respinto la richiesta dicendo che verra’ messa a disposizione del Pontefice un’automobile piu’ lussuosa, legata al suo ‘status’. Ma hanno acconsentito alla richiesta del Vaticano che comunque non sia un’auto blindata.