No alle grandi ammucchiate; si’ ad un presidente della Repubblica donna; e ancora no a Silvio Berlusconi premier. Roberto Maroni, ospite dell’ANSA FORUM, si presta al gioco delle ipotesi sul dopo-voto e prova ad indicare cosa fara’ la Lega subito dopo le elezioni. Prima, pero’, il leader del Carroccio vuole levarsi alcuni sassolini dalla scarpa: passa all’attacco contro le ‘falsita’ ‘ sulla questione Finmeccanica e critica aspramente il Pd per lo scandalo Mps e l’intervento di Pier Luigi Bersani nella cessione di La7 ad Urbano Cairo. Maroni rifiuta le ‘insinuazioni di tangenti o finanziamenti alla Lega legate alla vicenda Orsi’ di alcuni giornali e, con veemenza, le definisce ‘atti di terrorismo contro la Lega’.
Quello del leader lumbard e’ uno sfogo contro ‘la macchina del fango che sta colpendo’ il Carroccio e punta a macchiare il suo ‘profilo personale’. Cita le indagini sull’assessore leghista del Piemonte, Massimo Giordano (‘che conosco bene e stimo’), sottolineando come la magistratura abbia tirato in ballo indagini del 2006 (‘di ben 7 anni fa’), ‘casualmente, a cinque giorni dal voto’. Poi fa ironicamente i ‘complimenti alla procura di Siena’: ‘Tutte le procure d’Italia dovrebbero essere cosi’ – rimarca – Non una sola intercettazione, non un documento. Non esce nulla di nulla…’.
Ma l’accusa e’ rivolta principalmente ai ‘giornali apparentemente indipendenti’ e al Pd. Sul caso Mps – spiega – ‘il Pd denota una grande potenza di intervento’ sui media. ‘E l’interesse sui mezzi di comunicazione e’ evidente’, aggiunge riferendosi alle polemiche per la vendita de La7. ‘Il Pd e’ molto attento agli affari, alle partecipazioni azionarie ed ai mezzi di comunicazione. Vuole che non solo la Rai ma anche le altre tv rientrino nella sua sfera’, sottolinea accusando i democrats di ‘non aver mai voluto risolvere il conflitto di interessi perchè avrebbero dovuto risolvere i loro su cooperative e banche’.
A cinque giorni dal voto – spiega il leader della Lega – l’esito delle elezioni non e’ affatto scontato: ‘gli indecisi sono molti e tra questi tanti sono quelli che non sanno se andare a votare’. Ed e’ proprio a questi che il Carroccio punta perche’ sono in maggioranza ‘elettori delusi del centrodestra’ che possono far pesare il piatto della bilancia dalla parte della coalizione Pdl-Lega. La vittoria, secondo Maroni, non e’ un miraggio. E se il centrodestra dovesse conquistare la maggioranza? Il premier -. ribadisce – non sara’ Silvio Berlusconi. ‘C’e’ un accordo scritto – spiega – Noi abbiamo indicato Tremonti, loro Alfano. Nel caso, ne parleremo io e Berlusconi’. Lui, Maroni, non ci sara’ (‘ho scelto di non candidarmi e non avere il paracadute’) perche’ ha puntato tutto sulla Regione Lombardia. Anche se non tutti nel partito sono d’accordo sulla scelta di allearsi con il Pdl. ‘Capisco i mal di pancia della base, ma se il Pdl ha la lebbra e non si puó piú fare accordi, la conseguenza sarebbe far cadere tutte le giunte’, replica.
‘L’alleanza con Berlusconi e’ l’unica possibiltà che ci consente di vincere in Lombardia – aggiunge – Meglio avere qualche parlamentare in meno e vincere in Lombardia’. A livello nazionale ‘nessun problema’: ‘Ci penso io a marcare a uomo Berlusconi e a fargli rispettare il programma’. Ed invia ad alleati e avversari un messaggio. ‘Se il Pd vince alla Camera ma non al Senato la Lega stara’ alla opposizione – afferma – Non siamo disponibili a grandi coalizioni o a grandi ammucchiate. La cosa migliore è tornare al voto’.
In un caso o nell’altro si dovra’ eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Per Maroni e’ giusto che sia una donna ma non fa nomi. Anna Finocchiaro? ‘L’ho detto una volta ma solo per cortesia’, risponde. Poi un accenno all’ingresso del M5S in Parlamento. Nessun parallelo e’ possibile con la Lega delle origini perche’ ‘loro hanno solo la parte destruens mentre noi proponevamo una alternativa ai governi romani dei vari Caf (Craxi, Andreotti, Forlani) e dei pentapartiti; loro non propongono’. Anzi – conclude – ‘tra due anni quando gli elettori saranno delusi dalle promesse che Grillo non puo’ mantenere, il M5S scendera’ al 3%, si sciogliera’ come neve al sole’.
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