Con l’accusa di aver frodato allo Stato 114 milioni di euro sono finiti agli arresti domiciliari Mauro e Luigi Cataneo, titolari del noto marchio ‘Mister Toys’ che commercializza giocattoli. Secondo la Guardia di Finanza, avevano escogitato e messo in piedi un meccanismo in base al quale importavano i giocattoli dalla Cina senza passare per la Dogana. Lo strumento della truffa erano una serie di societa’ create ad hoc in diversi Paesi europei e che poi venivano fatte fallire, diventando delle scatole vuote. Amici, parenti e un ‘esercito’ di prestanome sono risultati coinvolti nelle indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), con il pm Antonella Cantiello e l’aggiunto Luigi Gay, e dalla Guardia di Finanza di Capua.
Con i Cataneo ai domiciliari, su ordine del gip di Santa Maria Capua Vetere, Cettina Scognamiglio, sono finiti altri due parenti, Francesco Chianese, di 43 anni, e Giovanni Bagno, di 50. Obblighi di dimora per altri quattro indagati, tra cui un nipote dei due imprenditori. In totale nell’inchiesta risultano indagate 45 persone. Ammonta a 114 milioni di euro la frode accertata. Le indagini hanno consentito di accertare l’emissione e l’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti per un valore di oltre 79 milioni di euro, l’importazione dall’estero, mediante l’impiego di ‘missing trader’ per la successiva immissione sul mercato nazionale per complessivi 12 milioni di euro, il contrabbando di beni provenienti dalla Cina attraverso societa’ rappresentate da prestanome per 13 milioni e 800 mila euro e un’evasione totale accertata di 10 milioni di euro. Sequestrati in via preventiva agli imprenditori napoletani anche 16 immobili. Nessun provvedimento e’ stato adottato per i numerosi punti vendita sparsi per la regione in quanto intestati alla societa’. Secondo gli investigatori il sistema truffaldino messo in piedi dai fratelli Cataneo era collaudato e andava avanti da un periodo di gran lunga precedente a quello di inizio indagini, ovvero il 2011.
Stando all’accusa, gli imprenditori di Grumo Nevano (Napoli) hanno creato ben 37 societa’ intestate a prestanomi con sede in Slovenia, Germania, Austria, Gran Bretagna e Belgio. Aziende create ad hoc per figurare come importatori di giocattoli dalla Cina; in tal modo i fratelli Cataneo acquisivano prodotti da queste ditte e, trattandosi di acquisti infracomunitari, non pagavano l’Iva ma accumulavano comunque un credito con l’Erario. In totale, hanno calcolato gli inquirenti, sarebbero state emesse e utilizzate dai due imprenditori napoletani fatture per operazioni inesistenti pari quasi a 80 milioni di euro. Soldi, secondo l’accusa, risparmiati e trasformati in provviste sempre disponibili con cui comprare continuamente giocattoli dalla Cina rivendendoli a prezzi di mercato inferiore, e in questo modo attuando anche una forma di concorrenza sleale. Le societa’ venivano poi fatte fallire e sostituite nuovamente; anche molti documenti sono stati fatti sparire ma i finanzieri guidati dal capitano Andrea Longo e coordinati dal comandante provinciale Giuseppe Verrocchi, sono riusciti comunque a sequestrare rilevante documentazione. Altro canale illecito era quello del contrabbando dei giocattoli cinesi, alimentato – sempre secondo la Procura – con documenti falsi che attestavano l’arrivo dei prodotti al porto di Capodistria presso la sede di una delle 37 societa’ fittizie; i beni invece arrivavano direttamente a Napoli senza passare per alcuna dogana. A scoprire il remunerativo traffico, pari a quasi 14 milioni di euro, sono stati i finanzieri di Trieste che hanno sequestrato un carico proveniente via nave dalla Cina.
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