Giuseppe Colletti è uno chef di professione con molta esperienza, tra cui una decennale in due dei locali più importanti di Londra (Cecconi e Zafferano).
43 anni, di origini sicule/calabre ma residente in Liguria, a trent’anni è partito come cuoco dall’Italia per raggiungere l’Inghilterra. Lì si è rimesso in gioco e pur di lavorare in un noto ristorante londinese è ripartito dal basso, rifacendo tutta la gavetta, fino ad arrivare ad essere senior chef de partie.
“Da quest’esperienza ho arricchito il mio bagaglio professionale della cucina italiana – racconta a ItaliaChiamaItalia.it -, avendo lavorato al fianco di grandissimi chef che mi hanno insegnato molto; ne traggo la gratitudine di aver fatto parte di uno staff che ha cucinato per i più grandi personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della politica”.
Rientrato in Italia per questioni legate alla propria famiglia, spiega ancora al nostro quotidiano online, “mi sono dovuto adattare a ciò che in quel momento mi è stato offerto, vale a dire formatore di cucina in un istituto professionale. All’inizio ero un po’ scettico, ma ad oggi dopo tre anni posso dire che è un’esperienza bellissima, perchè mi dà la possibilità di trasmettere ai miei allievi tutta la passione che mi porto dentro per la cucina italiana”.
Anche grazie alla sua esperienza londinese, Giuseppe è spesso invitato come ospite a eventi e manifestazioni culinarie in tutta Italia, ricevendo tanti riconoscimenti.
“La cucina italiana nel mondo secondo me è molto importante e apprezzata sia dagli italiani all’estero che dagli stranieri – commenta – in quanto la troviamo in ogni parte del globo e spesso ci ricorda le tradizioni e i sapori della nostra terra. Da italiano all’estero – sottolinea Chef Colletti – sono contento e orgoglioso nel mio piccolo, di aver fatto conoscere nel mondo un po’ della cucina dell’amata Italia”.
Sulle restrizioni al mondo della ristorazione contenute nel nuovo Dpcm del governo: “Sono dispiaciuto della chiusura anticipata dei locali alle 18.00, da professionista mi rendo conto che questo richiede un enorme sacrificio alla categoria, alla quale posso solo dare un solidale abbraccio in un momento così drammatico. Spero vivamente – conclude – che se ne esca al più presto e si possa ritornare a fare quello che amiamo di più, ovvero cucinare per vedere la soddisfazione e i sorrisi dei clienti”.