Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, insiste su un aspetto controverso legato ai provvedimenti governativi che hanno liberalizzato gli orari degli esercizi commerciali: la competenza e’ regionale e non nazionale, quindi in Toscana i commercianti devono sottostare alle leggi regionali che impongono una serie di limitazioni con alcune eccezioni. E su questo ha chiamato la Corte Costituzionale ad esprimersi. In uno Stato non-federalista come quello italiano, non ci risulta questo potere delle Regioni in materia, comunque vedremo cosa ci dira’ il nostro massimo organo giuridico.
Il problema che, Corte Costituzionale o meno, rimane, e’ la considerazione che i nostri governanti regionali hanno del cittadino consumatore e imprenditore. Consumatori sono il 100% dei cittadini, che non possono che trarre vantaggi dalla liberalizzazione degli orari, in termini di costi al dettaglio e di qualita’, dove quest’ultima sprigionerebbe i propri benefici non solo sulla gamma delle merci e sulle specializzazioni dei commercianti che le propongono, ma anche sulla vita urbana: negozi sempre aperti significa minori intasamenti urbani, meno problemi di parcheggio, minori consumi di carburanti, meno costi per i controlli di sicurezza.
Gli imprenditori del commercio dovrebbero realmente trasformarsi in proponenti di prodotti dovuti alla propria scelta e non vivere di rendita di posizione. E’ impensabile che un piccolo negozio possa competere coi prezzi e la quantita’ di offerta di un grande magazzino, ma e’ credibile che possa farlo al livello di qualita’, sia delle merci che nella gestione del rapporto col cliente. Non e’ un caso, infatti, che i mercati di qualita’ (nell’alimentazione, il biologico, per esempio) sono sempre in crescita; e la loro piu’ ampia diffusione sul territorio favorirebbe la loro uscita dalle nicchie dei prezzi in cui oggi sono recintanti, rendendoli piu’ abbordabili per i consumatori e meno costosi per i dettaglianti.
Non voler considerare, questo semplice inquadramento del problema come fa la Regione Toscana, corre il rischio di ulteriormente contribuire al distacco tra cittadini e istituzioni, nonche’ alla decrescita della consapevolezza di ognuno per una vita di qualita’.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc*
*Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
Discussione su questo articolo