Questo giovane dirigente forzista non va sottovalutato. Non è un 25enne che straparla, ma un dirigente nazionale che legge un pizzino scritto dai grandi del partito. Probabilmente nemmeno da Tajani, ma da Marina Berlusconi.
Leoni e’ spesso presente sulle reti Mediaset, ed è uno dei volti puliti su cui da tempo ha puntato l’azienda-partito.
Marina del resto è di fatto il presidente ombra di Forza Italia che, dalla morte del padre, detta la linea al partito, nel solco di un’esigenza di sopravvivenza industriale che riguarda molto da vicino i titoli in borsa della famiglia Berlusconi.
Tutti ricordate come nacque il Governo Monti, e il colpo di Stato a suon di spread ai danni del premier. Berlusconi si piegò senza passare per la fiducia alle Camere, quando se non avesse fatto un passo indietro le sue aziende sarebbero state spolpate con un attacco congiunto sui mercati azionari, tale da impoverire i figli e poi i figli dei suoi figli.
Cosi, il combattivo Cavaliere Silvio Berlusconi, che aveva fondato Forza Italia per impedire il governo ai comunisti (riuscendoci) e poi per fare la rivoluzione liberale (fallita) dovette chinare il capo.
Abdico’ in nome di Mario Monti, scelto dai poteri forti che ancora oggi ci governano senza democrazia e utilizzando come arma la moneta unica e le tempeste azionarie che la lira non avrebbe permesso.
Berlusconi aveva battuto fino a eliminarli dalla scena i comunisti. Ma nulla poté contro la plutocrazia mercatista che durante quella tempesta artificiale perse il 30% di quotazioni a causa di un attacco speculativo.
Oggi Marina Berlusconi ha scritto a Tajani il discorso che il giovane Leoni avrebbe dovuto fare, per tranquillizzare la troika che nessun Afd italiana troverà l’appoggio di Forza Italia. Mettiamo così al sicuro almeno i beni di famiglia, non sia mai qualcuno pensi che siamo alleati di Vannacci che vuol fare la decima Mas 2.0 in Italia.
In più Tajani e l’ex missino Gasparri sanno che a destra non c’è spazio per racimolare quote di consenso, nemmeno marginali (Meloni e Vannacci non lasciano briciole pensano) e allora trova senso la follia di entrare nel recinto dell’elettorato moderato e progressista della sinistra.
A questo punto bisognerebbe però ricordare al giovane Leoni che cita il Presidente Berlusconi, che il Cavaliere scese in politica con quel Fini che prima di tradire Almirante arrivò a dire di non gradire insegnanti omosessuali nelle scuole.
Una frase degna della personalità ambigua e debole di Fini che non impedì al fondatore di Forza Italia di farci governi insieme per circa 20 anni.
Oggi Vannacci non dice che un insegnante gay non debba insegnare, lo rinnegheremmo anche noi: dice semplicemente che l’ideologia gender ha preso una piega insostenibile per diversi motivi che in Forza Italia non hanno compreso.
Perché i libri oltre a citarli e criticarli, bisognerebbe leggerli e soprattutto comprenderli.
Ora il punto è capire perché dalla Lega non arrivi una alzata di scudi per difendere Vannacci. Non il Generale. Ma almeno il vicesegretario.
*coordinatore Noi con Vannacci Roma