Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, l’altro giorno, riferendosi al candidato sindaco del centrodestra (almeno finora) a Roma, ha detto: “Guido Bertolaso ha la faccia come il culo”. Se un premio Nobel, per giunta per la letteratura, può permettersi di usare una espressione del genere, beh, se consentite, verrebbe voglia di farlo anche a noi per certi nostri eletti all’estero. Ci perdonereste la volgarità, amici lettori, ne siamo sicuri; ma non ci sentiamo di ripetere, anche se a Roma in casi del genere si dice che "quando ce vò ce vo".
Sta succedendo questo: alcuni deputati e alcuni senatori della maggioranza, che poco prima di Natale hanno votato una legge di Stabilità lacrime e sangue per gli italiani residenti all’estero, stanno portando avanti delle petizioni online che a noi, umili osservatori, paiono delle prese in giro nei confronti degli italiani nel mondo. Perché? Proviamo a spiegarvelo con un esempio concreto. Prendiamo il caso di Fausto Longo.
Chi è Longo? Uno dei 18 parlamentari eletti all’estero alle ultime elezioni politiche. Arriva dal Sud America, è residente in Brasile. E’ iscritto al Partito Socialista, o a ciò che ne rimane. Bazzica spesso dalle parti del Pd. E’ uno che di solito non si sente e non si vede. Fa il suo, né più né meno. Potremmo certamente dire che dall’inizio della legislatura a questa parte è passato inosservato. Voi, lettori sempre molto attenti, condividerete con noi.
Ebbene, Longo ha deciso di uscire dal guscio. Con una mossa ardita, oltretutto. Lancia una petizione online per la cittadinanza italiana agli italiani all’estero e ai loro discendenti. Quando si è discusso, mesi fa, di cittadinanza agli stranieri in Italia, Fausto Longo, insieme ad altri colleghi di maggioranza, ha lasciato che il governo passasse sopra al capitolo cittadinanza per gli italiani all’estero. Una questione, quella dell’appartenenza, che i nostri connazionali sentono moltissimo. Si è fatta la legge per i figli degli immigrati e per gli italiani residenti nel mondo niente. Con la complicità di Longo, che ha chinato la testa e ha detto sì. E oggi chiede agli italiani nel mondo di portare avanti una petizione per ottenere qualcosa che lui stesso ha contribuito ad affossare. E non è il solo. Con lui c’è anche Daniela Sbrollini (Latiano, 30 settembre 1971), deputata del Partito Democratico dal 2008. Oggi renziana di ferro, almeno a giudicare da ciò che scrive sul suo profilo Facebook. Proprio sul social network Sbrollini pubblica una foto che la ritrae con Longo e posta: “Sono oltre 80 milioni gli oriundi italiani nel mondo. Ho incontrato il Senatore Fausto Longo e lavoreremo insieme per il pieno diritto alla cittadinanza dei cittadini stranieri di origine italiana. Stiamo già lavorando insieme ad un progetto di legge, intanto qui potete firmare la petizione ‘Siamo tutti italiani’ a sostegno del nostro progetto”. Un’altra deputata, questa volta Pd, che chiede la firma dei connazionali per delle petizioni che il governo, appoggiato anche da Longo e naturalmente Sbrollini, ha appena negato.
L’eletto all’estero socialista va avanti come un treno. "Firma questa petizione per difendere i tuoi diritti e ottenere la cittadinanza italiana nei tempi previsti dalla Costituzione (entro 240 giorni). E’ un’iniziativa promossa dal Senatore Fausto Longo per dire NO a cittadini di serie B". Questo è ciò che si legge su una locandina che gira su internet, sotto la foto di Longo. E ancora: "Sono invitati a firmare anche i discendenti di cittadini italiani come forma di azione persuasiva nei confronti del Parlamento e del Governo italiano rispetto ai temi oggetto della petizione". Da non credere. Ma Longo è in Parlamento e l’azione persuasiva dovrebbe farla lui nei confronti dell’esecutivo e del proprio partito. Vi rendete conto di cosa sono capaci?
La sintesi è questa: Longo e compagni votano manovre contro gli italiani nel mondo, calano le braghe davanti al governo anche se si tratta di temi importanti per gli italiani all’estero (ovvero i loro elettori) e poi chiedono a quei disgraziati dei connazionali di dare loro una mano per persuadere il governo, per ottenere questo mondo e quell’altro. Insomma, votano la fiducia a un esecutivo che massacra la rete consolare, taglia i fondi alla lingua e alla cultura italiana nel mondo, impone nuove tasse agli italiani all’estero; votano un governo del genere e poi su internet e Facebook indossano il vestito dell’opposizione, di quelli che non ci stanno, come se non fossero stati anche loro complici di certe scelte infami.
No, caro Longo, cari nostri eletti oltre confine dalle belle facce sorridenti e pulite. Noi non ci stiamo a farci prendere per i fondelli. Noi non siamo vuoti a perdere, da gettare via una volta messo il nostro voto sulla scheda elettorale. E soprattutto non siamo fessi. Vedere il nostro boia venirci a chiedere la firma, per salvarci dopo averci tagliato la testa, è davvero qualcosa di patetico e paradossale. Chissà cosa direbbe Dario Fo.
Discussione su questo articolo