Il presidente del Consiglio Mario Monti, in questi giorni in Giappone, parlando a Tokyo poco prima di partire per la Cina, ha spiegato di aver “trovato un Giappone ancora ferito da quelle ferite straordinariamente gravi che hanno anche colpito il mondo emotivamente”. Dopo la triplice catastrofe dell’11 marzo 2011, con il sisma/tsunami cui e’ seguita l’emergenza nucleare di Fukushima, il Giappone sconta “l’ enorme difficoltà ad uscire dalla palude politica molto statica, che impedisce al Paese di prendere le misure necessarie”.
Tuttavia Tokyo ha tanta voglia di ripartire. Monti dichiara di avere trovato “un Paese con grande voglia di reagire, di ricostruire e di ammodernare se stesso”. Purtroppo, ha concluso Monti, ho anche trovato “un Giappone nel quale la presa delle decisioni pubbliche e politiche e’ caratterizzata da una lentezza e da una incapacità di individuare una visione strategica e di seguirla a causa di un trasformismo politico, non ideologico, ma da gruppi di potere che fanno ritenere niente affatto male l’Europa e l’Italia”.
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