Il Partito Democratico in crisi oltre confine come in Italia? Pare proprio di sì. L’avete letto l’intervento de segretario Pd in Svizzera, Michele Schiavone? Una nota che parla da sola. Per Schiavone, uno degli esponenti del Pd più autorevoli oltre confine, il partito attualmente guidato da Guglielmo Epifani e’ allo sbando, spaccato da litigi interni e da punti di vista contrapposti. Anche il vicepresidente dell’Assemblea Pd mondo, Paolo Da Costa, da giorni sta chiedendo attraverso la sua newslist un partito nuovo, moderno, rinnovato, perchè così – afferma – non si puo’ andare avanti.
Il Pd, se si contano i voti degli italiani all’estero, alle ultime elezioni politiche e’ risultato il partito più votato. Tuttavia, a fare bene i conti, i dem hanno perso milioni di voti rispetto alle precedenti elezioni. Anche nella circoscrizione estero. Sara’ forse per questo che Eugenio Marino, responsabile del Pd nel mondo, e’ partito per il Sud America, per un viaggio che lo porterà a visitare Brasile, Argentina, Uruguay, e a incontrare i diversi circoli del Pd, oltre che le comunità italiane ivi residenti.
In Europa Schiavone e Da Costa lanciano l’allarme e chiedono un colpo di reni, ma è in America Meridionale che il Pd ha proprio necessità di ricercare il consenso. In Sud America le liste indipendenti dalla partitocrazia romana hanno ottenuto buoni risultati. Alle Politiche di febbraio il MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, ha sbancato. Arrivano proprio dall’Argentina 3 dei 4 parlamentari del MAIE eletti a febbraio. Anche l’USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani – e’ riuscita a mandare in Parlamento uno dei propri candidati. E se il PdL e’ rimasto a bocca asciutta (come del resto e’ accaduto in tutto il mondo tranne in Europa, dove e’ stato rieletto uno dei pidiellini uscenti), il Pd non puo’ brindare davvero. Marino provera’ a ricucire le ferite di un partito che in Sud America ha evidenziato non pochi problemi. Ci riuscirà? Lo sapremo solo più avanti. E la vera risposta a questa domanda potrà esserci solo dopo il ritorno alle urne. Che forse potrebbe arrivare prima di quanto ciascuno di noi possa oggi immaginare.
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