Circoscrizione estero: di recente si è tornati a discutere della eventualità di abolirla. I “saggi”, quelli voluti dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e poi anche dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, vorrebbero eliminarla una volta per tutte. Nelle forze politiche che più da vicino si occupano di italiani nel mondo, il dibattito è in corso. Ricardo Merlo, presidente del MAIE, ha per esempio più volte detto che abolirla sarebbe addirittura meglio, perché tale circoscrizione rappresenta in realtà – a suo dire – una "cintura" per gli italiani nel mondo (non è in discussione il voto all’estero, infatti, ma – appunto – solo la circoscrizione). Il Pd invece difende la circoscrizione estero a spada tratta. Perché una tale differenza di posizioni? Perché per il MAIE sarebbe paradossalmente quasi meglio non avere a che fare con la Circoscrizione estero, mentre secondo il Pd è necessario difenderla e mantenerla a tutti i costi?
Gian Luigi Ferretti, Coordinatore del Movimento Associativo Italiani all’Estero in Europa, in una intervista rilasciata a Ricky Filosa, direttore di ItaliaChiamaItalia (l’intervista integrale verrà pubblicata nelle prossime ore), prova a spiegare il motivo per cui MAIE e Pd su questo tema la pensano in modo diverso ed opposto.
Ferretti condivide il ragionamento dell’On. Merlo. Un ragionamento che “parte dalla difesa della Circoscrizione estero per arrivare alla constatazione che, se questa battaglia dovesse essere persa, il MAIE avrebbe comunque buone possibilità di eleggere parlamentari con l’attuale sistema elettorale. Se poi verrà modificato, vedremo”.
Spiega l’esponente del MAIE: “Alle ultime elezioni, ad esempio, il Centro Democratico di Tabacci (coalizione Bersani) alla Camera ha avuto 167.000 voti ed ha eletto 8 deputati. Se consideriamo che il MAIE ha avuto 140.000 voti di italiani all’estero e questi hanno parenti e amici in Italia, si potrebbe realisticamente verificare che il MAIE, entrando in una coalizione (a qualunque coalizione fanno gola tanti voti), potrebbe addirittura moltiplicare per 4 la sua attuale rappresentanza parlamentare”. Sarebbe dunque questo il motivo per cui il MAIE non teme, come altri, l’abolizione della circoscrizione estero: è pronto a inserire i propri candidati in Italia, che in questo modo potrebbero essere votati non solo dagli italiani residenti oltre confine, ma anche da quelli che vivono nello Stivale. E il Pd?
“In questo caso – osserva Ferretti, rivolgendosi a Filosa – quando parli del PD ti riferisci al Dipartimento Italiani nel mondo di quel partito, di cui fanno parte gli attuali parlamentari” eletti all’estero. Ebbene, per Ferretti quei deputati e senatori “sanno benissimo come, una volta eliminata la Circoscrizione estero, non avrebbero nessuna possibilità di essere rieletti, perché ben difficilmente il loro partito li metterebbe in lista davanti ai ‘residenti’, ma solo in una posizione – diciamo – ‘simbolica’”. Tradotto: gli eletti all’estero del Partito Democratico se la stanno facendo sotto. Eliminare la circoscrizione estero vorrebbe dire, per loro, non avere più la possibilità di essere candidati e quindi di correre per un seggio in Parlamento. E per la poltrona, si sa, si è disposti a fare e a dire qualunque cosa. Micheloni, senatore Pd, qualche giorno fa ha detto: “abolire la circoscrizione estero sarebbe una perdita per l’Italia”. Ma, se Ferretti ha ragione, a ben guardare la vera perdita sarebbe solo per il Partito Democratico e i suoi eletti oltre confine.
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