Giacomo Canepa, presidente Ctim (Comitato Tricolore per gli Italiani nel mondo), la storica associazione fondata da Mirko Tremaglia per difendere gli interessi di tutti gli italiani all’estero, senza distinzione politica, dopo aver letto l’articolo pubblicato su ItaliaChiamaItalia che raccontava la polemica sviluppatasi fra alcuni citiemmini all’estero dopo l’annuncio della commemorazione di Tremaglia alla Camera – fissata per il 31 gennaio – scrive al direttore del nostro quotidiano online, Ricky Filosa, per ringraziarlo della “precisa narrativa dei fatti”, ma anche per difendere il Cgie, il Consiglio generale degli Italiani all’estero.
“Caro Ricky – scrive Canepa – ringrazio il tuo interessamento verso il nostro CTIM, e la precisa narrativa dei fatti. Mi sembra peró ingeneroso il tuo commentario riguardo la mia scelta delle possibili date della prima riunione del nostro TEAM, dopo la scomparsa del nostro amato Mirko. Voler approfittare della riunione del CGIE non vuol affatto dire che il CGIE serve solo a ‘incontri di vecchi amici’ e che ‘solo pensiamo ai fatti nostri, piú che agli interessi degli Italiani nel Mondo’ . Se mi hai seguito nei miei 20 anni di CGIE, dovresti scusarti di quanto hai scritto. Non ho mancato a nessuna riunione, ed ho partecipato ai lavori con attenzione ed impegno singolare. Se alla sera, dopo aver lavorato tutto il giorno, ci si riunisce tra ‘vecchi amici’ non fa male a nessuno, tutt’altro, serve a darsi una carica per affrontare la seguente giornata con piú energia”.
Tutto questo, prosegue Canepa dal Perù, “è normalissimo e succede in tutti i congressi che si fanno in tutto il mondo, anche in quelli tra professionisti: come architetto sono stato invitato piú di una volta e succede lo stesso, eppure si lavora, e si ottengono risultati come tanti ne abbiamo ottenuti al CGIE”.
“Sono ormai alla fine dalla mia avventura CGIE – conclude il consigliere -, ma mi dispiace moltissimo quando lo si attacca: il CGIE é stato e sarà sempre utile agli Italiani all’Estero”.
Il direttore risponde
Caro Giacomo, ti ringrazio prima di tutto per la tua email. La posizione di ItaliaChiamaItalia sul Cgie è chiara da tempo: secondo noi il Consiglio Generale degli Italiani all\’estero è un organismo inutile e autoreferenziale. I membri del Consiglio parlano solo a se stessi, e come hanno scritto anche autorevoli consiglieri, l’argomento Cgie interessa sì e no una decina di connazionali, tutti in ogni caso addetti ai lavori.
Non metto in dubbio la tua costanza nel partecipare ai lavori e il tuo impegno a favore degli italiani nel mondo, per carità: tuttavia, non cambia la opinione del nostro giornale, e quella mia personale, per ciò che riguarda il Consiglio Generale degli italiani all\’estero, da cui in questi ultimi anni sono uscite tante chiacchiere, qualche iniziativa, ma nulla di tutto questo ha portato alcun risultato concreto alle comunità italiane residenti oltre confine.
Inoltre, sempre più spesso il Cgie serve a qualcuno per portare avanti battaglie politiche verso un’unica direzione, e questo va contro lo spirito del Cgie, che per definizione dovrebbe essere un organo senza colore politico, lontano dai partiti e vicino soltanto agli italiani nel mondo.
Non credo quindi ci sia nulla di cui scusarsi: piuttosto, siate voi, consiglieri Cgie, a prendere atto del vostro fallimento e a impegnarvi a fondo per una totale riforma del Consiglio. Sempre che lo si voglia mantenere in vita.
Ti abbraccio, con la stima e l’amicizia di sempre.
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