“Una tragedia dimenticata”: questa è stata l’espressione più usata in occasione delle celebrazioni del centenario di Monongah. E a ragione, visto che il dramma di centinaia e centinaia di minatori e di famiglie è stato rimosso per decenni, finché la determinazione del pastore E. F. Briggs e la campagna informativa di Gente d’Italia e di America Oggi non l’hanno riportato alla luce.
A distanza di quattro anni dalle celebrazioni, che ne è di Monongah e, soprattutto, che si sta facendo per non ricadere nello stesso errore e per fare in modo che il valore simbolico ed etico del più grande incidente di lavoro dell’emigrazione italiana viva nella memoria e si trasmetta?
L’intenzione di alcuni componenti il Comitato per Monongah operante nel West Virginia era quella di trasformare l’antica chiesetta dei minatori, dove nel Natale del 1907 si riunirono le famiglie dei caduti per ricordare i loro cari, in un luogo della memoria. Purtroppo, quell’edificio sembra sia stato venduto dalla Curia, e quella possibilità vanificata.
L’idea, comunque, resta giusta e da sostenere. Per questo, mi sono rivolto al nuovo Ministro degli Esteri, Ambasciatore Giulio Terzi, sottolineando che quanto di positivo si è fatto in occasione del centenario non possa essere considerato esaustivo né sotto il profilo della ricostruzione storica dell’emigrazione italiana né sotto quello del disegno identitario della nostra comunità in America. Nell’occasione ho invitato il Ministro ad assumere questo progetto tra gli impegni del suo dicastero e a fare in modo che la nostra rappresentanza diplomatica negli Stati Uniti, con la partecipazione degli esponentii di Comites e CGIE e delle associazioni lì operanti, apra un dialogo con le autorità locali per verificare concretamente una tale possibilità.
Il Ministro Terzi ha cortesemente risposto a quest’appello dichiarando la sua convinta disponibilità. L’evento di Monongah – ha scritto nella risposta – “deve essere visto quale simbolo del processo di sviluppo della presenza italiana, la quale, grazie anche ai sacrifici compiuti dalla nostra prima emigrazione, occupa oggi posizioni di grande rilievo”. Un focolaio di memoria, dunque, ma anche un laboratorio di identità capace di dare spirito e slancio alla comunità italoamericana.
L’affermazione più importante del Ministro, comunque, è che “la nostra Ambasciata a Washington sta esplorando la possibilità di realizzare un luogo della rimembranza a Monogah, sensibilizzando a tal fine le Autorità statunitensi e coinvolgendo la comunità italo-americana locale”.
Voglio ringraziare pubblicamente il Ministro per questa autorevole condivisione e augurarmi che, anche grazie alla volontà della nostra comunità negli USA, a Monongah sorga al più presto un luogo capace di conservare e di trasmettere in modo positivo alle nuove generazioni la memoria del contributo dato dalla prima emigrazione allo sviluppo della società contemporanea.
*deputato Pd eletto in Nord e Centro America
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