Pierluigi Bersani, in una intervista a Repubblica, spiega che continuerà a battersi “perché l’Italia diventi un Paese come gli altri”. L’ex segretario nazionale non va in vacanza: “Qualcuno pensava che andassi al mare? No, non vado al mare”. Bersani vuole lavorare affinchè l’Italia non sia più un Paese “soffocato dal leaderismo e dal populismo".
Matteo Renzi? “Sarei anche pronto a sostenerlo. Una cosa però dev’essere chiara: oggi si discute della segreteria del Pd, non della sfida per il governo. Il premier c’è già ed è un dirigente del Pd. Per questo penso a primarie aperte ma aperte agli iscritti".
L’ex leader del Partito Democratico assicura: “Starò con Enrico Letta fino all’ultimo secondo”. Detto questo, “la Grande coalizione non funziona. Ha senso solo in due casi: quando c’è la minaccia del terrorismo e quando gli spread impazziscono. Per far ripartire un Paese invece ci vuole un governo, di destra o di sinistra, che dia una scossa. Io penso di non aver sbagliato tante previsioni nella mia vita e temo che tra un anno tutto questo sarà più chiaro".
Bersani spiega anche che il suo "più grande errore" "è stato non rompere con Monti quando si è sfilato Berlusconi. Dovevamo dire: si è sciolto un patto, liberi tutti. Eppoi, sì, non sono riuscito a fare di più sui costi della politica. Abbiamo perso 5 punti nelle ultime due settimane. Tre punti per il nostro sostegno a Monti, due perché gli elettori hanno pensato: andate a quel paese anche voi".
Discussione su questo articolo