Due giovani italiani all’estero su tre sono pronti a tornare in Italia a lavorare, ma richiedono salari più competitivi e una maggiore valorizzazione del merito.
È quanto emerge dal nuovo dossier “Giovani all’estero: tra opportunità di lavoro e voglia di crescita”, realizzato dalla Fondazione studi consulenti del lavoro e che sarà presentato a Genova nel corso del Festival del Lavoro.
Nel 2024 – scrive Italia Oggi -, secondo i dati Istat, oltre 93.000 giovani italiani tra i 18 e i 39 anni hanno trasferito la propria residenza all’estero segnando un incremento del 107,2% rispetto al 2014.
Nello stesso anno, però, sono rientrati quasi 22.00 giovani italiani su un totale di quasi 53.000 rientri, una cifra percentualmente in aumento rispetto al passato.
“Un dato che fotografa l’espansione di un fenomeno che, alla luce dei dati, non può più essere letto solo in termini di fuga di cervelli spiegano gli autori del dossier. “Solo il 26,5% dei giovani intervistati ha indicato la mancanza di lavoro in Italia come motivo principale della partenza”.
Più spesso a motivare la scelta sono il desiderio di fare un’esperienza diversa (40,5%), la disponibilità di una buona opportunità (22,5%) e la volontà di arricchire il proprio curriculum in chiave internazionale (18,5%).
La mobilità giovanile all’estero quindi aumenta ma “è sempre più consapevole, progettuale e spesso temporanea” com si legge nel dossier.