Il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, intervenendo sulle linee programmatiche del suo Dicastero davanti alle Commissioni Esteri di Senato e Camera, sottolinea come l’Italia sia passata nel corso di un triennio da fattore di instabilità a potenziale propulsore di un nuovo modo di fare politica, senza il quale l’Europa rischia di incartarsi su se stessa. "La fiducia nell’Europa – spiega il ministro – deve combinarsi con l’azione politica per un’azione diversa, perché altrimenti corriamo il rischio che la fiducia vada assottigliandosi sia nell’opinione pubblica che nell’establishment. Tre anni fa si poteva sostenere che l’Italia fosse un rischio per l’Europa, oggi il rischio per l’Europa è l’Europa medesima, nel senso che alcune scelte – su crescita, lavoro e investimenti – continuano a fare fatica a passare".
"Siamo uno dei Paesi dalla maggiore proiezione internazionale, con il maggior numero di missioni. E’ uno spreco di risorse? Io non credo, ma bisogna collegare sempre di più le nostre missioni all’ estero ai nostri interessi economici e geopolitici, per concentrare le energie" ha aggiunto il ministro, che poi è tornato poi a parlare della questione marò: "Siamo tutti consapevoli di quanto sia in gioco nella vicenda dei marò, dalla tutela dei principi internazionali a quelli personali. Credo ci sia stato un significativo cambio di passo e che entrambi i Paesi vogliano risolvere rapidamente il caso nell’ambito del profondo rapporto di amicizia che li lega. La via di un dialogo rispettoso fondato sul rispetto dei principi è la strada da seguire".
A proposito della situazione in Libia, invece, Gentiloni ha precisato: "Siamo convinti che non ci sia nessuna soluzione militare possibile in Libia, e che non si possa andare avanti con una divisione permanente e semplicistica tra rivoluzionari e anti-rivoluzionari, islamisti e anti-islamisti. La nostra ambasciata rimane aperta".
Anche la potenziale escalation di violenza in Medio Oriente preoccupa la Farnesina: "Ho già condannato gli attentati di Gerusalemme, occorre mantenere la calma e non cadere nella trappola dell’incitamento alla violenza, per questo guardiamo con allarme alle tensioni sulla Spianata delle Moschee – spiega Gentiloni – Siamo fermamente convinti che una soluzione equa e duratura può essere garantita solo attraverso colloqui di pace che sfocino in una soluzione che preveda due stati per due popoli. Tutte le parti devono scongiurare l’escalation di tipo religioso".
Nel conflitto tra Russia e Ucraina infine "resta cruciale l’interlocuzione diretta tra Mosca e Kiev, l’unica che ha dato risposte visibili seppur parziali. All’Ucraina si devono lanciare messaggi di incoraggiamento perché si facciano passi sostanziali verso un programma di governo che ci concentri sulla riconciliazione nazionale e sulle riforme" mentre per quanto riguarda la Russia "le sanzioni non possono essere l’unico strumento politico della Ue, che deve lavorare anche per il rispetto dell’integrità nazionale. Auspichiamo che l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini possa compiere una missione subito dopo la composizione di un esecutivo in Ucraina".
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