Roma – Favorevoli all’euro, ma solo se affiancato da una moneta nazionale per l’economia interna. Nel giorno in cui vengono ufficializzati i simboli delle liste in corsa per le elezioni europee, il presidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero Ricardo Merlo sceglie Italiachiamaitalia.it per spiegare le motivazioni della sua "alleanza tattica e non politica" con un altro movimento, ‘Io cambio’, presieduto dall’ex deputato leghista Angelo Alessandri, a lungo segretario nazionale della Lega Nord Emilia. Tra gli aderenti più noti del movimento anche l’europarlamentare toscano Claudio Morganti.
Presidente Merlo, il MAIE divide il suo simbolo con il movimento ‘Io cambio’. Vi hanno cercato loro o siete stati voi a chiedere questa alleanza?
“In realtà, nelle scorse settimane, mi hanno cercato moltissimi movimenti, circa venti, compreso ‘Io cambio’. Alla fine abbiamo scelto di allearci con loro proprio perché sono gli unici in sintonia con la nostra idea di Europa”.
In che cosa consiste "la vostra idea di Europa"?
“Abbiamo in mente la stessa idea che ha portato alla nascita dell’Unione Europea, un’unione di idee, di valori, di democrazie. L’Europa nata dopo le guerre, proprio per far sì che non ce ne fossero altre, aveva dentro di sé i migliori auspici ma si è trasformata in un gigante burocratico, che ostacola e limita in parte i cittadini. E’ importante che l’Italia recuperi quella parte di sovranità nazionale che gli compete”.
Quali sono i primi obiettivi che il MAIE si pone con questa candidatura?
“Come primo aspetto, è importante per noi far vedere che il MAIE sarà presente alle elezioni europee con una sua lista in Italia e in Europa. E’ una testimonianza importante, soprattutto se consideriamo che, di tutte le liste presentate, ne rimarranno solamente una decina. Il MAIE intende entrare nel Parlamento e nelle altre istituzioni europee con l’obiettivo di portare le esigenze di tutti gli italiani, a partire da quelli che vivono all’estero, in Europa e in Italia”.
Per quale motivo dovrebbe essere importante avere una rappresentanza europea degli italiani nel mondo? Anche l’Europa, in fondo, può essere considerata estero rispetto all’Italia.
“E’ proprio su questo punto che si concentra il nostro programma. Il MAIE intende portare per la prima volta la voce degli italiani nel mondo anche a Bruxelles e in tutte le altre sedi in cui si decide la vita del cittadino, la sua quotidianità. E’ fondamentale, ed è una novità assoluta, poiché nessuno, fino ad oggi, aveva fatto una proposta simile, capire che gli italiani nel mondo devono poter sedere laddove vengono stabilite le politiche economiche e sociali. Non bisogna dimenticare né sottovalutare il fatto che proprio in Europa vengono stanziati moltissimi soldi destinati alla cultura e ad altri settori importanti, che riguardano anche le attività degli italiani nel mondo. Proprio per questo motivo, per incidere su queste decisioni e veicolarle verso l’interesse dei connazionali residenti all’estero, il MAIE intende entrare in Europa e dare voce agli italiani che, pur non vivendo più in Italia, sono ugualmente coinvolti dalle decisioni europee”.
Quanti voti stimate di prendere?
“Non posso fare previsioni. La nostra è una presenza simbolica e, per noi, anche un solo italiano che voterà MAIE dall’Italia sarà importante”.
Il movimento ‘Io cambio’ è presieduto da un ex parlamentare leghista. Come è possibile allearsi con una realtà come il Carroccio, da sempre apertamente ostile agli italiani nel mondo?
“Si tratta di un’alleanza elettorale e tattica, non politica. Come sempre, uniamo le forze in vista di una sfida elettorale ma non siamo disposti a barattare le nostre idee. Inoltre, non è un’alleanza con la Lega ma con un ex esponente di quel partito e, ad essere obiettivi, se valutiamo i partiti romani, sono ben pochi quelli che si sono dimostrati aperti nei confronti degli italiani all’estero. Ripeto, la nostra è un’alleanza elettorale e tattica su questioni europee, non politiche”.
Su quali questioni in particolare?
“Ad esempio sul caso euro”.
Che cosa intende per "caso euro"? Anche il MAIE vuole uscire dalla moneta unica?
“Pensiamo che bisogna cambiare l’euro così com’è oggi perché, allo stato attuale dei fatti, serve solo ai paesi del Nord. Non diremmo mai di eliminare la moneta unica perché sarebbe una tragedia per chi ha risparmi, capitali e proprietà immobiliari, se uscissimo dall’euro perderemmo il 50 per cento del capitale. Il MAIE, invece, propone di creare una moneta italiana parallela, non diciamo ‘no all’euro’ ma ‘sì all’euro e sì alla lira’, una moneta di circolazione interna che possa rilanciare il mercato e dare impulso alle imprese, restituendo liquidità interna. Una volta riavviata la ripresa, questa moneta potrà essere ritirata ma, attualmente, è necessaria”.
Qual è la differenza tra la vostra proposta e quella che prevede un euro a due velocità, per i paesi del Nord e quelli del Sud?
“La lira sarebbe una moneta interna da affiancare all’euro che rimarrebbe, comunque, attiva e uguale per tutti. L’ipotesi dei due euro è impraticabile perché ci farebbe ripiombare nella burocrazia europea, che è il problema principale. La lira sarebbe legata, invece, a una decisione sovrana che garantisca la giusta liquidità con l’obiettivo di comprare prodotti in Italia, si potrebbe promuovere il turismo così come accade già in altri paesi del Sudamerica. Possiamo trovare idee nuove anche in altre parti del mondo, al di fuori dell’Europa. Certo, le proposte vanno analizzate e migliorate, ma si può partire guardando gli esempi positivi. Dobbiamo cambiare l’Europa e rendere l’euro più competitivo a livello internazionale, senza aspettare le decisioni della Merkel”.
Come si rende l’euro più competitivo? Si riferisce a una svalutazione, così come già avveniva con la vecchia lira?
“Sì, oggi un euro costa il 40 per cento in più di un dollaro. Bisogna avviare una svalutazione dell’euro così, in confronto alle altre monete forti, potremmo riprendere respiro e diminuire il costo della manodopera, facendo tornare anche gli investitori”.
Dal punto di vista istituzionale, il MAIE è favorevole all’istituzione di un ministro unico europeo per gli Esteri e la Difesa?
“Il problema delle persone comuni non riguarda i ministri. La gente ha bisogno di soldi, di poter vivere bene e riprendere il benessere di prima. La burocrazia europea è ormai una corporazione,i cittadini si sentono lontani ed è necessario aiutare tutti i settori della vita collettiva. Proprio per questo è fondamentale la presenza di un rappresentante degli italiani nel mondo laddove si prendono le decisioni che riguardano la vita del comune cittadino. Ad esempio, è importante il capitolo dei finanziamenti. L’Ue spende tanti soldi in burocrazia e ancora di più in progetti che spesso non servono. Quegli stessi soldi potrebbero essere reindirizzati verso le importanti realtà delle comunità italiane nel mondo. Sarebbe la prima volta che un italiano all’estero si siede nelle istituzioni europee, una vera novità. Non è mai accaduto che un movimento nato al di fuori dell’Italia scegliesse di presentarsi con un simbolo proprio e con candidati provenienti dall’attività sul territorio estero, persone con le quali il MAIE ha creato un percorso e che conosciamo e stimiamo”.
Quali sono i nomi dei candidati già confermati?
“Non abbiamo ancora la possibilità di fornire i nomi esatti dei candidati, alcuni verranno dal MAIE Europa”.
In considerazione del fatto che dividete la lista con un altro movimento già conosciuto, anche se in piccolo, come avete ripartito le quote dei candidati? Quanti nomi potrà presentare il MAIE e quanti ‘Io cambio’?
“Stiamo valutando insieme a ‘Io cambio’. Non si tratta, però, di una questione di quantità ma qualità, non ci interessa avere il 50 per cento dei nomi in lista ma presentare persone di spessore e livello”.
Quali sono i settori di intervento più urgenti, oltre all’euro?
“L’Europa deve garantire le pensioni, oggi i cittadini vivono nella paura di non avere un futuro pensionistico”.
Come si potrebbero garantire le pensioni a livello europeo, in concreto?
“L’Europa potrebbe dedicare a questo obiettivo i tanti soldi che spende in progetti e iniziative che, spesso, non vanno a buon fine oppure non servono a niente”.
Quali sono questi progetti? Che cosa si potrebbe eliminare?
“Bisogna studiare il bilancio dell’Ue, ad esempio l’Ue ha sussidiato per molto tempo il settore agrario in maniera eccessiva e senza senso. Per quanto riguarda i tagli, si dovrebbe intervenire soprattutto sui soldi che vanno a finire nella burocrazia europea. Anche l’Ue dovrebbe fare quanto si sta operando in Italia, è necessaria una politica per far dimagrire il sistema di funzionamento rendendolo più snello”.
E poi, che altro?
"In generale la nostra proposta rimane sempre quella che riguarda la valorizzazione degli italiani all’estero. In particolare, il MAIE dice stop alle chiusure di Ambasciate, Consolati ed Istituti di Cultura; sì al ripristino dei servizi ai connazionali residenti nelle località dove sono stati eliminati i Consolati; basta alla discriminazione che riguarda l’Imu, le case in Italia degli emigrati non devono più essere considerate seconde caso agli effetti fiscali; più risorse per l’istruzione dei figli degli italiani all’estero, per la lingua e la cultura italiana, per l’assistenza ai bisognosi".
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