Europee, Bueno (Misto) a ItaliaChiamaItalia: ‘Simbolo USEI? Vicenda non mi riguarda’

Roma Renzi? Un po’ ingenuo, ma la stima nei suoi confronti non cambia. Sceglie la strada della diplomazia Renata Bueno, deputata italobrasiliana eletta con l’USEI in Sud America e attualmente componente MAIE nel gruppo misto alla Camera, per commentare le parole di grande apprezzamento rivolte dal premier a proposito dell’ex presidente brasiliano Lula, dopo il loro recente colloquio.

“È stato un incontro particolarmente importante perché, credo, ciascuno di noi ha punti di riferimento e per me lo è chi porta trenta milioni di persone fuori dalla povertà”, aveva dichiarato in aula Matteo Renzi non più di un mese fa. Ma che cosa ne pensa l’onorevole Bueno, da sempre aperta sostenitrice del presidente del consiglio ma pubblicamente critica nei confronti di Lula?

“La mia opinione positiva sulle idee e sulla persona di Matteo Renzi non cambia. Il fatto che si sia espresso con un’impressione così entusiasta nei confronti dell’ex presidente brasiliano non va ad incidere sulla stima che ho sempre avuto verso il premier italiano e verso le politiche e il programma che intende attuare”.

La deputata era stata pungolata dal responsabile Pd mondo Eugenio Marino che, in seguito all’incontro tra Renzi e Lula, aveva dichiarato: “A me, poi, fa piacere che Renzi abbia a modello proprio le nuove sinistre del continente latinoamericano, dove hanno preso forma negli ultimi lustri importanti esperienze di partecipazione politica, di militanza attiva e di programmi economici”.

“Il progetto politico di Lula e continuato da Dilma – aveva aggiunto Marino -, in questi anni è stato incentrato al superamento di divisioni sociali e razziali mediante piani di crescita accelerata. Mi spiace, dunque, che parlamentari italiani eletti italiani in Sudamerica e addirittura in Brasile, siano così anti-Pt e anti-Lula sia in Italia che in Brasile, quando proprio da Lula viene tale valorizzazione del nostro presidente del Consiglio e tanta attenzione all’Italia”.

Bisognerebbe vedere, però, se questa crescita è stata reale ed effettiva, almeno secondo la deputata italobrasiliana. “Renzi ha detto che Lula ha trainato fuori dalla povertà trenta milioni di persone. Certo, non si può dire che non sia una bella cosa ed è normale che il nostro premier la elogi, vista dal di fuori è una storia bellissima”.

“Bisogna vedere, però, fino a che punto è vero – aggiunge ironica l’onorevole Bueno -, un conto è vedere le cose dal di fuori, un altro è vivere in Brasile e conoscere le cose in prima persona. Renzi è stato ingenuo, se vogliamo dire così, ma questo non cambia la mia idea su di lui. Ripeto, l’opinione sulle idee del presidente del Consiglio rimane invariata”.

C’è un’altra polemica, però, che infuria in questi giorni sulla scena politica degli italiani all’estero. Si tratta della questione legata alla presentazione dei simboli per le elezioni europee, tra i quali ne è apparso uno in cui l’USEI divide lo spazio, e quindi la candidatura, con un certo movimento ‘Bunga Bunga’. Immediata la reazione dei tanti connazionali residenti oltre confine che, sui social network e in numerose e-mail alla nostra redazione, denunciano di sentirsi oltraggiati da un’immagine di questo tipo.

“Questa vicenda non mi riguarda – dichiara l’onorevole Bueno prendendo le distanze dalla scelta dell’Usei -. Non seguo più le attività né le scelte dell’Usei perché non sono più una loro iscritta. Mi sono candidata e sono stata eletta con questo movimento ma, in seguito, mi sono distaccata, non mi riconosco in questa realtà e non li seguo più”.

Riguardo il contestato simbolo, in realtà nemmeno l’USEI ha ancora fornito spiegazioni chiare: tuttavia, ItaliaChiamaItalia proprio in queste ore sta cercando di capirne di più.  

Non sono coinvolta nelle loro scelte – insiste la deputata – anche perché non esiste nessun rapporto tra noi, non so perché abbiano fatto una cosa del genere”. Una scelta che si poteva evitare. “Decisione loro – ribatte Bueno -. È  Sangregorio che comanda nell’USEI, è lui che deve dare l’indirizzo politico e, se hanno presentato quel simbolo, sarà stato lui a prendere questa decisione”.