Promuovere un tavolo di concertazione tra tutte le amministrazioni comunali dell’Emilia-Romagna sotto la regia dell’Anci per applicare in modo equo l’Imu sulle aziende agricole "che costituiscono il piu’ importante presidio ambientale e alimentare sul territorio". E dunque dimezzare l’Imu per i fabbricati rurali e i terreni agricoli. "Senza un tale provvedimento il rischio e’ che migliaia di aziende agricole chiudano i battenti, con la conseguenza di perdere un importante presidio ambientale in zone difficili della regione". A lanciare l’allarme e a chiamare a raccolta i 347 Comuni della regione sono Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri fortemente preoccupate dall’impatto della nuova imposta sulle imprese agricole. Insieme hanno scritto al sindaco di Imola e presidente dell’Anci Emilia-Romagna, Daniele Manca, e a tutti i sindaci, chiedendo di "applicare la facolta’ di riduzione delle aliquote prevista dalla norma a favore degli imprenditori agricoli, limitando al minimo l’imposizione nell’applicazione della fiscalita’ locale al settore, tenuto conto del ruolo multifunzionale dell’attivita’ agricola".
Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri, nella lettera sottolineano: "Ci e’ perfettamente chiara la grave situazione di difficolta’ in cui versa l’intero Paese e quali siano i grandi sacrifici imposti ai cittadini italiani, cosi’ come e’ evidente la necessita’ improcrastinabile di reperire risorse in poco tempo usando la leva patrimoniale che ricade sui beni conosciuti. Tuttavia l’Imu – proseguono – si abbatte pesantemente sugli agricoltori, colpendo il ‘bene terra’ in quanto tale, non riconoscendone piu’ il carattere di ruralita’ e la funzione di bene strumentale (ed indispensabile) all’esercizio dell’attivita’ di impresa".
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