Era uno dei tre comandanti stranieri della rivoluzione contro il regime di Fulgencio Batista accanto al Che, argentino, e all’americano William Morgan. Ma dopo il trionfo della Revolucion, lo spagnolo Eloy Gutierrez Menoyo, detto El Gallego, morto a 74 anni nella sua casa dell’Avana, per aver denunciato la svolta comunista di Fidel Castro ra stato condannato a 30 anni di carcere in Cuba.
Gutierrez Menoyo era una delle ultime figure rimaste di quel breve passaggio della Rivoluzione cubana – dopo la caduta di Batista e prima della svolta comunista – in cui molti, dentro e fuori l’isola, sognavano di costruire un modello di socialismo che garantisse le liberta’ democratiche.
Nato a Madrid e figlio di un medico socialista, Gutierrez giunge con la sua famiglia a Cuba alla fine della Seconda Guerra Mondiale, fuggendo dalla dittatura franchista, il che spiega il suo soprannome: per i cubani tutti gli spagnoli sono ‘gallegos’, giacche’ e’ dalla Galizia che e’ giunta la maggioranza degli immigrati nell’isola. Poco piu’ che ventenne Gutierrez Menoyo si unisce alla guerriglia contro Batista, diventando il comandante di una unita’ con base nella giungla di Escambray, al centro del paese, dove pubblica un manifesto politico chiedendo il ritorno alla Costituzione democratica del 1940 e misure incisive per una maggiore giustizia sociale.
Il suo vice nell’unita’ guerrigliera e’ l’americano William Morgan, giustiziato nel 1961, che insieme a Gutierrez Menoyo e Ernesto Che Guevara sono i tre principali leader militari stranieri nella lotta contro il regime di Batista. Uno tra i primi ad entrare all’Avana dopo la caduta del dittatore, il primo gennaio 1959, El Gallego e’ anche tra i primi a denunciare nei mesi seguenti la svolta antidemocratica delle autorita’ rivoluzionarie, Fidel in testa, insieme a Huber Matos, altro comandante guerrigliero condannato a 20 anni di carcere per sedizione e tradimento. Contrariamente a Matos -o a Camilo Cienfuegos, morto in un misterioso incidente aereo nell’ottobre del 1959- El Gallego riesce a fuggire verso la Florida a inizio del 1961, in una traversata marittima avventurosa nella quale, dopo 19 ore di navigazione, viene arrestato dalle autorita’ americane.
Dopo sei mesi di carcere, diventa il responsabile militare del gruppo armato anticastrista Alfa 66, con il quale organizza uno sbarco clandestino a Cuba nel dicembre del 1964, ma viene arrestato poche settimane dopo, condannato a morte dopo un processo sommario, ma la pena viene ridotta a 30 anni di carcere dopo una ‘confessione pubblica’ dei suoi ‘crimini antirivoluzionari’. Dopo 22 anni passati in prigione, Gutierrez Menoyo viene scarcerato grazie alla mediazione dell’allora premier spagnolo, Felipe Gonzalez, e torna negli Usa, questa volta per cercare di lanciare una transizione pacifica del regime castrista. La sua reputazione di protagonista della guerriglia contro Batista gli garantisce un trattamento del tutto inedito: nel 1995 si reca all’Avana per incontrare Castro e tentare di definire una possibile transizione democratica nell’isola. Infine, si trasferisce nel 2003 nella capitale cubana, per cercare di promuovere la sua associazione Cambio Cubano.
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