Perché gli Stati sovrani contraggono debiti per sopperire alle loro funzioni sociali? Semplice, hanno tenuto per loro tutte le sovranità (esecutiva, giudiziaria, legislativa) eccetto una, la più importante: la sovranità monetaria. Complici le lobby del potere bancario, assicurativo e finanziario, nel corso del tempo abbiamo svenduto la nostra autonomia ad enti privati che gestiscono i Paesi come fossero normali (cattivi) debitori, clienti. A causa di bilanci sconnessi e poco propensi al profitto (cosa vuoi che ci guadagni uno Stato ad erogare una pensione o a fare campagne per il verde nelle città?) i tassi di interesse sono schizzati sempre più in alto e la liquidità in circolo nel sistema si è polverizzata. E per far fronte ad una spesa sempre più ingente, dovuta alla naturale maggiore sensibilità della società nei confronti dei problemi macroscopici, si sono inventati modi sempre più complessi ed accattivanti per propinarci la stessa solfa (il debito) attraverso derivati, option, cds, e così via. La chiamano ingegneria finanziaria.
Il vulnus che ha colpito le aree produttive s’è dispiegato in maniera galoppante: a cosa serve spendere energie in capitali, risorse umane, investimenti, conoscenza di settore per fare impresa, quando posso attraverso algoritmi matematici fare danaro dietro un computer con gli indici di borsa?
Ciò che noi occidentali stiamo perdendo è la cultura dell’iniziativa imprenditoriale, dei progetti, del lavoro sul campo. Ci hanno venduto l’idea che mettere i risparmi in un fondo comune d’investimento invece che adoperarsi per una start up, sia più sicuro e profittevole. E’ la bolla che ci è esplosa tra le mani, un macigno di pregresso non pagato che stiamo rifinanziando e allungando nel tempo. Oramai il fallimento già scritto nelle politiche d’austerità, ce lo stanno propalando in comode rate.
Incentivi all’occupazione ed altre sterili iniziative sono il frutto di un accanimento terapeutico eticamente erroneo. E’ sensato pensare ad un “bonus bebè” per signore di 70 anni? Ecco, è la stessa cosa. L’unica strada percorribile è quella di un cambio di rotta radicale, vanno riscritti i paradigmi di una economia basata sul nulla e va riportata la finanza al servizio del mercato e non il contrario. Vanno ristabilite le regole di una economia sostenibile, sociale.
Twitter @andrewlorusso
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