Michele Schiavone, Segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, in una nota dichiara: “In queste lunghe settimane che ci vedono confrontarci con il coronavirus, ho avuto il privilegio di ricevere moltissime notizie e molteplici informazioni da parte di nostri connazionali residenti o temporaneamente bloccati negli angoli più disparati del pianeta. Spesso quelle notizie erano puntellate da flebili fili di voce smorzate da cupi stati d’animo, ansiose di superare l’emergenza, altre tutt’oggi continuano ad alimentarsi di richieste di aiuto, speranzose di cure o sussurrate per sapere di famigliari in degenza ospedaliera, oppure smaniose di ritornare in Italia nonostante la chiusura delle frontiere; di altra natura le voci dei numerosi gruppi d’iniziativa civica o da parte di associazioni storicheche, con lucidità e determinazione nonché intraprendente spirito organizzativo, si sono messe a disposizione e sono pronte a venire in soccorso dei nostri connazionali, in particolare dei più fragili, dei più esposti rimasti senza lavoro, dei meno abbienti nonché dei turisti italiani appiedati all’estero”.
“Nelle loro voci, nei messaggi telefonici o nei social, o nelle lunghe e continue videoconferenze si percepisce il calore umano, si manifestano i tratti e la ricerca di solidarietà, ovvero quegli atteggiamenti di disponibilità, diventati merce rara prima dell’emergenza virus, nei riguardi dei cittadini e verso le istituzioni del nostro Paese” continua Schiavone.
“E’ motivo d’orgoglio – sottolinea – aver riscontrato in questa crisi sanitaria il senso di una diffusa umanità, che ha rafforzato nei miei colleghi il senso e la responsabilità del ruolo, conferito volutamente in tempi non sospetti dalle istituzioni italiane al Consiglio Generale degli italiani all’estero e ai Com.It.Es., come anche aver felicemente visto rifiorire il prezioso e insostituibile impegno delle associazioni italiane e delle rappresentanze dei patronati in costante collaborazione con la rete diplomatico-consolare italiana. Il lavoro svolto da sempre da questi organismi e dalle associazioni, le sottovalutazioni come anche la superficialità con cui si sono spesso confrontati, oggi splende più di qualsiasi attestato e benemerenza. Riconoscerlo è un dovere in linea con l’opera di trasparenza con la quale ha agito il governo italiano fin dall’inizio della crisi sanitaria”.