Diciottesima fumata nera del Parlamento per l’elezione di due giudici della Corte costituzionali. Nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto dei 3/5 dei componenti dell’Assemblea, ma d’altra parte i tre principali gruppi presenti in Parlamento (Pd, FI e M5S) aveva annunciato che avrebbero votato scheda bianca. E infatti queste ultime sono state 524, 37 le nulle e 36 i voti dispersi.
A prendere più voti di tutti è stato il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha incassato 94 voti grazie alla provocazione della Lega nord ("Grasso vada alla Consulta per il bene del Senato"), con qualche deputato a Cinque Stelle che si è unito ai leghisti. Segue Donato Bruno con 27, Lorenza Carlassare con 22, Luciano Violante con 16 e Michele Ainis con 11.
Durante le votazioni il M5S ha messo in atto una specie particolare di "ostruzionismo": durante la "chiama" infatti molti parlamentari pentastellati si sono soffermati per qualche minuto nella cabina di voto, per un tempo sicuramente più ampio di quello impiegato a votare da tutti gli altri colleghi. Sono stati lasciati nelle cabine inoltre diversi volantini del Carroccio che invitavano a votare il presidente Grasso mentre il deputato M5S Andrea Colletti ha postato su Twitter la foto della sua scheda di votazione con i nomi di Denis Verdini e Maria Elena Boschi, "due nomi di illustri giuristi per la Consulta", ha scritto Colletti. Nulla di fatto anche nella prima votazione per l’elezione del membro laico del Csm, dopo l’esclusione di Teresa Bene per mancanza dei requisiti
Durante le votazioni nel Transatlantico a Montecitorio sono circolati dei volantini (distribuiti da alcuni parlamentari leghisti) con la scritta: "Per il bene del Senato vota e fai votare Pietro Grasso alla Corte Costituzionale". Una chiara provocazione che nasce dalla critica che alcuni senatori del Carroccio portano avanti da tempo nei confronti di Grasso e della sua gestione dell’aula di Palazzo Madama.
"Prendiamo atto che il ‘nostro’ candidato è stato senz’altro il più forte di tutti", ha commentato ironico Gian Marco Centinaio, capogruppo Lega Nord al Senato, ma "siamo rammaricati che il presidente Pietro Grasso non ce l’abbia fatta. Avremmo raggiunto due risultati: riportare il Parlamento a compiti e mansioni più utili per la comunità, e sostituire il presidente del Senato con qualcuno imparziale e finalmente autorevole piuttosto che autoritario". E se per il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio "questo ritardo inaccettabile porta acqua al mulino dell’antipolitica" e serve "un soprassalto di orgoglio istituzionale", la deputata del Pd Giuditta Pini mette nel mirino il comportamento tenuto durante la votazione da parte dei parlamentari del M5S: "Mentre mezza Italia è sott’acqua – ha sottolineato – noi dovremmo discutere dello Sblocca Italia. Invece da stamattina stiamo votando i giudici della Corte costituzionale" ma è un "peccato che i 5 stelle rallentino le votazioni e blocchino tutto il Parlamento stando chiusi nelle cabine e non permettendo agli altri di votare. La nuova trovata pare sia anche sottrarre e rompere le matite con cui si vota. Povera Italia", ha scritto su Facebook.
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