L’Associazione Natitaliani nel pomeriggio di martedì 13 maggio ha presentato alla Camera dei Deputati oltre 110mila firme raccolte per dire “no” al famigerato decreto Tajani sulla cittadinanza ius sanguinis.
Le firme sono state consegnate a un gruppo di deputati e senatori, composto da Mario Borghese, Fabio Porta, Toni Ricciardi e Luciano Vecchi (responsabile Pd nel mondo) in una conferenza tenutasi nella sala stampa di Montecitori.
Daniel Taddone, consigliere CGIE e presidente di Natitaliani, ha commentato: “Le firme sono una vittoria, ma la situazione è triste e delicata. Questa iniziativa è nata proprio dalla tristezza di aver vissuto la brutta esperienza di vedere contro di noi italiani all’estero il governo della nostra Repubblica”.
Quella degli italo-discendenti, ha sottolineato la vicepresidente Claudia Antonini, “è una comunità di 80 milioni di persone: vogliamo buttar via il grande patrimonio umano che ha l’Italia nel mondo? Sono famiglie, nostri connazionali abbandonati: 26.000 solo in Brasile”, ha aggiunto.
Fabio Porta, deputato dem eletto nella ripartizione estera America Meridionale, ha osservato: “Al di là del numero, questa petizione dimostra tutto il senso di rabbia e di rivolta che c’è per questo provvedimento”. Porta ha citato il caso del piccolo borgo di Fiumefreddo, in Calabria: “Appena arrivato ho visto 15-20 bambini argentini e brasiliani che giocavano per strada” in un momento in cui “i nostri piccoli borghi stanno morendo: questi bambini li stanno ripopolando”.
Per Porta, “l’Italia ha bisogno di tutte le energie e per questo sono contrario anche alla contrapposizione tra immigrati ed emigrati, tra ‘ius sanguinis’ e ‘ius soli'”.
Mario Borghese, senatore del Movimento Associativo Italiani all’Estero, ha dichiarato: “Sono contento perché siamo riusciti a fare squadra con tutti i colleghi eletti all’estero, di opposizione e maggioranza. Su una materia così delicata e globale non si può da un giorno all’altro con un decreto-legge togliere diritti a milioni e milioni di cittadini italiani che vivono all’estero. Mi auguro che ci sia un dibattito serio su questo provvedimento”.
Anche l’On. Ricciardi, eletto nella ripartizione estera Europa, è d’accordo: “Noi eletti all’estero stiamo cercando di fare squadra anche con sensibilità politiche diverse, perché questa non è una battaglia politica. Siamo un Paese che sfiora le 40 milioni di partenze dal 1876 ad oggi e che ha siglato oltre 200 accordi dal 1868 in poi per far emigrare donne e uomini”.
Per Ricciardi, gli italiani che vivono in America Latina sono stati “criminalizzati”, ma le conseguenze di questo provvedimento “saranno devastanti in Europa: esistono già oggi, in Paesi di antica presenza come la Svizzera, la Germania, la Francia e il Belgio, nonni nati in quei Paesi con la doppia cittadinanza che rischiano di non poterla più trasmettere. Ci saranno realtà dove un figlio nato prima del 27 marzo è italiano e uno nato dopo il 27 marzo rischia di non esserlo più”.
Dl cittadinanza: concluso voto emendamenti, atteso parere Bilancio
Nel frattempo sono stati votati gli ultimi emendamenti al decreto cittadinanza, che è all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato.
Ora si attende il parere della commissione Bilancio, in vista del mandato del relatore e quindi dell’avvio dell’esame nell’Aula.
In base al calendario dei lavori parlamentari, il decreto dovrebbe essere discusso mercoledì 14 maggio in Aula (esame in prima lettura).
Il provvedimento è stato varato dal governo il 28 marzo scorso. In sostanza modifica le regole per acquisire la cittadinanza italiana attraverso lo ius sanguinis, il principio per cui è riconosciuto italiano chi è discendente di un cittadino italiano, con l’obiettivo anche di limitare il boom di richieste di cittadinanza per ius sanguinis da parte di stranieri con avi italiani.
Tra gli emendamenti approvati anche quello del governo che chiede di riaprire i termini per il riacquisto della cittadinanza ai connazionali che l’avevano persa per naturalizzazione forzata nei paesi in cui erano emigrati.