Vincenzo Odoguardi, vicepresidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero, commenta da New York il nuovo decreto sulla cittadinanza, oggetto di forti polemiche tra le comunità italiane nel mondo.
“Oggi siamo a New York, uno dei principali porti di arrivo dell’emigrazione italiana. Molti mi hanno chiesto cosa penso del nuovo decreto sulla cittadinanza. Comprendo le ragioni che hanno portato a questa proposta, ma la forma in cui il decreto è stato scritto e presentato è tra le peggiori possibili”, afferma Odoguardi.
Il vicepresidente del MAIE sottolinea come gli italiani nel mondo siano i veri ambasciatori dell’italianità: “Se nel mondo si conoscono la carbonara, la pizza, il tiramisù o luoghi iconici italiani, è grazie alla grande emigrazione italiana. Ognuno dei nostri emigrati ha portato con sé cultura, lingua, valori, tradizioni gastronomiche. Sono loro che promuovono i prodotti che rendono l’Italia celebre nel mondo”.
Secondo Odoguardi, il decreto rappresenta una deriva pericolosa verso lo ius soli, rischiando di compromettere l’identità culturale italiana:
“Sentirsi italiani non deriva dalla territorialità, bensì da una cultura viva e ricchissima: oltre 180 dialetti, 60 siti UNESCO, il design, la moda, l’industria italiana, il nostro made in Italy e la nostra enogastronomia. L’identità italiana è un patrimonio che vive nel cuore di chi la porta avanti, ovunque nel mondo”.
Preoccupano inoltre i contenuti della nota tecnica allegata al decreto: “Gli italiani all’estero vengono considerati ‘un problema di sicurezza nazionale’. È un’offesa inaccettabile. Il rischio è che, in futuro, i nostri discendenti perdano lingua, cultura e valori italiani. I nostri spaghetti verranno chiamati noodles o macaronis, la nostra industria sarà penalizzata, il nostro design oscurato da quello di altri Paesi”.
Il MAIE ha già presentato emendamenti mirati: “In particolare chiediamo di eliminare la dicitura ‘nato in Italia’, che obbligherebbe i figli di italiani nati all’estero a risiedere almeno due anni in Italia per poter trasmettere la cittadinanza. Senza questa dicitura, il decreto può ancora tutelare e proteggere la comunità italiana all’estero, anche per le future generazioni”.
“Continueremo a difendere l’identità e i diritti degli italiani nel mondo, opponendoci a ogni tentativo di svilire il valore della nostra italianità”, conclude il vicepresidente MAIE.