Intervenendo nella discussione sulla proposta di legge di cittadinanza italiana, l’on. Mario Borghese ha voluto ribadire l’impegno del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero nella battaglia per far inserire nel testo, attualmente al vaglio del Senato, gli emendamenti che rappresentano il programma del MAIE: quello che consente alle donne emigrate di trasmettere la cittadinanza ai figli, anche se nati prima del 1948, quello che consente il riacquisto per coloro che l’hanno persa per motivi di lavoro e quello che riconosce la cittadinanza ai residenti nei territori dell’ex Impero austroungarico e ai loro discendenti.
“Non ci sorprende che questo Governo – spiega il giovane deputato italo sudamericano -, il peggiore di tutti nei confronti degli italiani residenti all’estero, ancora una volta, abbia penalizzato e posto in secondo piano gli italiani residenti all’estero. Ma ciò che ci ha davvero sorpreso è che proprio alcuni dei deputati eletti all’estero hanno dimostrato di non avere pienamente a cuore gli interessi di coloro che li hanno portati in Parlamento”.
“Se la legge fosse approvata col testo attuale – sottolinea Borghese – avremmo una semplificazione burocratica e un’accelerazione delle pratiche di cittadinanza solo per gli extracomunitari, che addirittura pagherebbero meno tasse dei nostri connazionali residenti all’estero per la cittadinanza. Un vero tradimento del principio di eguaglianza dei cittadini sancito dalla Costituzione”.
L’On. Ricardo Merlo, fondatore e presidente del MAIE, da parte sua precisa: “Occhio a non cadere in un equivoco. Il MAIE non è contro gli immigrati extracomunitari, come qualcuno sostiene: ci dispiace molto per questa situazione, che ci addolora e vorremmo risolvere. Ma siamo critici sull’opportunità di un provvedimento, mal fatto, nel bel mezzo di questa congiuntura internazionale dove coesistono diverse problematiche: immigrati illegali, rifugiati e terrorismo”.
Ancora Borghese: “Per noi è incredibile che proprio nel momento in cui si può mettere la parola fine alle ingiustizie e alle discriminazioni legislative operate dalle legge 91/ 1992, che penalizzano chi è italiano per discendenza diretta, si pensi solo a ‘sistemare’ la situazione degli immigrati. Noi continueremo la nostra battaglia in Senato – conclude – perché noi del MAIE siamo stati eletti al Parlamento per difendere i diritti degli italiani emigrati e dei loro discendenti ed è quello che continueremo a fare”.
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