Quattro omicidi in Italia e condannato all’ergastolo. Fuggiasco all’estero, prima in Francia, poi in Messico, ancora in Francia, e poi in Brasile. Cesare Battisti, ex terrorista dei Pac, Proletari armati per il comunismo, è diventato conferenziere in Brasile. Animatore di tavole rotonde, dibattiti, frequentatore dei salotti buoni, nel Paese che lo protegge e lo tutela, impedendone finora l’estradizione.
Quattro omicidi durante gli anni bui dei Proletari uniti per il comunismo, altrimenti conosciuti come gli anni di piombo, Cesare Battisti terrà una conferenza all’Universidade Federal de Santa Catarina, a Florianopolis, sede centrale della struttura nella splendida città delle cento spiagge nel Sud del Brasile. Una conferenza, e fin qui la cosa sarebbe anche digeribile. Diventa invece indigeribile perché Battisti interverrà a pagamento, dietro compenso. Cinquecento euro, ma chi paga? I soldi sono pubblici, paga il Brasile. La notizia merita un commento esemplare, innanzitutto per la questione del compenso economico di cui si fa carico lo Stato, poi per il titolo della conferenza. Esemplare anche questo, significativo: messo in bocca a Cesare Battisti suona perfino beffardo. “Chi ha diritto a vivere”, detto da lui, spiegato da lui, rappresenta un’autentica beffa. Uno schiaffo, quasi una provocazione.
“Può sembrare una barzelletta, ma non è così”, sottolinea uno dei più ascoltati editorialisti di jornaldamidia.com, Claudio Humberto. “Battisti è un rifugiato politico voluto in Brasile dall’allora presidente Lula. Un ex terrorista italiano che è stato condannato nel suo Paese al carcere a vita per quattro omicidi”. Claudio Humberto si è limitato semplicemente a ricostruire la vicenda di Cesare Battisti, laziale di Sermoneta, Latina, 59 anni il prossimo 18 dicembre. Ancora un compleanno probabilmente da uomo libero in Brasile. Arrestato per rapina, nel carcere di Udine conosce Arrigo Cavallina, il leader dei Proletari armati per il comunismo, e aderisce al gruppo e alla lotta armata. Una scelta che semina violenza e morti innocenti. La prima condanna arriva nel 1979, per l’omicidio del gioielliere Pierluigi Torregiani, 13 anni e 5 mesi. Nell’81 riesce ad evadere: condannato all’ergastolo nel 1985, nel processo contro il Pac. Battisti fugge all’estero, viene arrestato in Francia, che nega però l’estradizione. Diventa apprezzato scrittore noir e pubblica anche per l’editore Gallimard. Battisti gode in Brasile della “protezione politica di gran parte della sinistra e del sindacato”, scrive Claudio Humberto, e non sono pochi i giornalisti che ne condividono in pieno l’opinione sul caso dell’italiano condannato all’ergastolo libero cittadino in Brasile.
Il giornalista non ci sta, giustamente non gli va bene che Battisti vada a parlare “in una delle maggiori istituzioni accademiche”, la terza del Paese in una classifica che si fonda sulle sovvenzioni ai programmi decise dal governatore Rousseff, alle spalle di Rio de Janeiro e Brasilia. Universidade Federal de Santa Catarina, per le sue benemerenze didattiche, ha avuto 144 milioni di reais, pari grosso modo a 50 milioni di euro. È quindi un’istituzione pubblica a tutto tondo e quella di Battisti è una conferenza pagata dallo Stato. Compenso pattuito, 1.500 reais, 500 euro all’incirca.
Il professore Paulo Lopes, organizzatore dell’evento, ha annunciato che Battisti parlerà della sua condizione di esiliato in Brasile. “Vogliamo ascoltare le parole degli esuli, degli incarcerati, dei demoni della società”. Demoni e delinquenti sono di norma rinchiusi nelle carceri, l’assassino Battisti è un uomo libero e protetto: tutta qui la differenza, e non è cosa da poco. Battisti ha quattro omicidi sulle spalle e una condanna all’ergastolo in Italia.
L’incredibile notizia ha scatenato reazioni a tutti i livelli, in Italia e in Brasile. Su YouTube è apparso un video: due ragazzi raccontano gli omicidi commessi da Battisti e preannunciano una protesta davanti al rettorato dell’università, nel giorno della conferenza. “Non siamo contrari alla libertà di espressione, ci opponiamo all’utilizzo di risorse pubbliche per questa finalità”. E mentre scorrono in video le facce di Pierluigi Torregiani, Lino Sabbadin, Andrea Campagna e Antonio Santoro, le quattro persone uccise dai Pac, all’inizio del video i ragazzi chiedono: “Lei sa chi sono queste persone?”.
Battisti conferenziere pagato dallo Stato brasiliano, Battisti di nuovo in piena bufera. Ma non potrebbe vivere tranquillo e defilato? La condizione della permanenza in Brasile da persona libera condannata all’ergastolo in Italia ancora non è definitiva. Pende su di essa un provvedimento del Tribunale Superiore di Giustizia, che riconosce come reato grave quello di aver contraffatto i documenti per entrare nel Paese sudamericano proveniente dalla Francia via Messico. Battisti ha beccato una condanna in primo grado, e ha fatto ricorso. Se la decisione rimanesse la stessa dell’ultima istanza, l’ex terrorista Cesare Battisti potrebbe essere espulso dal Brasile e accompagnato in un territorio in cui potrebbe essere preso in consegna dalle autorità italiane. Sarebbe comunque una decisione politica. Di portata tale che potrebbe influire anche sull’esito delle elezioni presidenziali di fine 2014. Ergastolano in libertà e conferenziere a gettone, Battisti è un accarezzato dal Brasile, inseguito dall’Italia impotente finora, bersaglio di quello sberleffo. Il massimo dell’assurdo questo Battisti che, proprio lui, vuole comunicare a noi “Chi ha diritto a vivere”.
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