‘Non ci mettero’ altri quattro anni’, Matteo Garrone felice, sorrisone largo, festeggia il Grand prix al Festival di Cannes. E’ un momento di ebbrezza e vuole fare una promessa a se stesso, ora che alla festa di chiusura del 65/mo lo vanno a salutare gli altri premiati ed e’ al banchetto dei ‘grandi’. Ha appena vinto il secondo premio del palmares, lo stesso avuto nel 2008 con Gomorra, ‘ma stavolta davvero non me lo aspettavo, quando durante la serata erano rimasti solo due premi da assegnare, il Grand Prix e la Palma d’Oro, ho tremato. Se l’avessi vinta mi sarebbe sembrato di rubare qualcosa. Li’ si’ che sarei stato fischiato. Sapevo che Amour di Haneke meritava di piu’, e’ giusto cosi”. La promessa che si fa e’ non restare intrappolato come con Gomorra, una storia cosi’ potente da lasciarlo spossato (del resto Roberto Saviano ha vissuto in qualche modo un’esperienza simile) alla ricerca di idee altrettanto forti per quattro anni. ‘Mi metto presto a lavoro’, dice mentre il direttore di Cannes, Thierry Fremaux, si avvicina per complimentarsi ancora.
I presunti retroscena del premio, che vorrebbero un riconoscimento ‘garantito’ per Garrone da parte dell’amico Moretti, presidente di giuria, deciso sin dall’inizio, si insinuano malignamente tra una tartina e l’altra. ‘Sono tornato venerdi’. Avevo degli appuntamenti e poi sono rimasto, ho pensato ‘se mi chiamano sono gia’ qua”, dice Garrone, in smoking e con la pergamena del premio in mano. Ed ha appena sentito Aniello Arena, il protagonista di Reality, ergastolano ormai attore, ‘e’ in permesso premio, sta a Roma con la fidanzata’. E’ c’e’ da telefonare anche agli altri attori, Loredana Simioli, Nunzia Schiano, Nando Paone. Restare e sperare e’ stata la strategia propiziatoria. Del resto la stessa di Haneke, avvistabile regolarmente sulla croisette.
In tanti vogliono stringere la mano al regista austriaco Palma d’Oro. I suoi attori anzianissimi, Trintignant e Emanuelle Riva non ci sono a tirare tardi all’Agora’. Per parlare con Ken Loach c’e’ invece proprio la fila: anche se alla cena si conoscono tutti, l’occasione per salutare l’adorabile settantacinquenne inglese con il cuore che ha ancora spazio per le utopie, e’ da cogliere. ‘Quando sei un personaggio noto e hai la possibilita’ di stare su un palcoscenico a far sentire la tua voce puoi sfruttare il momento e dire qualcosa che non sia solo un grazie ai parenti, per questo ho voluto avere un pensiero di solidarieta’ a chi arranca con la crisi tutti i giorni’, dice alla cronista. Garrone gli va incontro, subito dopo e’ il regista italiano ad essere fermato: il romeno Cristian Mungiu vuole stringergli la mano a tutti i costi. Un bel gesto da parte di chi era tra i favoriti e ha ricevuto due premi (la sceneggiatura e le attrici per Behind the hills). Poi arriva Nastassja Kinski, che vuole salutare affettuosamente Garrone. Poco piu’ in la’, in coda per lo zucchero filato, due belli: il danese Mads Mikkelsen, presunto pedofilo per Vinterberg, premiato per The Hunt, saluta Jean-The artist-Du Jardin, un anno fa era lui a festeggiare qui.
Ma la storia che Moretti non avrebbe mai premiato Haneke perche’ non sopporta il suo film Funny Games di molti anni fa? Fremaux si fa una risata e infatti, dice ironico alla cronista, e’ stato cosi’ gentile da offrirgli una Palma d’Oro’. C’e’ con lui Michelle Hazanavicius, Oscar per The Artist, in versione accompagnatore: la star della serata e’ la moglie attrice Berenice Bejo, madrina di Cannes ’65. Diane Kruger si e’ messa comoda, ha tolto l’ingombrante abito gonfio da madrina con cui ha fatto la Montee de Marches sotto il diluvio ed e’ il lunghissimo abito lungo beige nero, tresh chic. E Moretti? Il presidente della giuria se l’e’ squagliata presto, fedele alla linea no cene no party, aveva stamattina l’aereo delle 11 pieno di giornalisti al rientro. Dribblati tutti alla grande.
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