Scrive il quotidiano La Stampa: "Un anno per divorziare, che diventano sei mesi se la scelta e’ consensuale. Con una maggioranza trasversale che ha visto votare allo stesso modo Pd, Ncd, Sc, Fi e M5S, con 381 voti a favore e solo 30 contrari (il gruppo Per l’Italia, parte della Lega, che aveva lasciato liberta’ di voto, e qualche dissidente degli altri partiti), piu’ 14 astenuti, la Camera approva e invia al Senato una legge che rivoluziona i tempi per sciogliere il matrimonio.
Dopo vari tentativi falliti (l’ultimo nella scorsa legislatura) e un dibattito parlamentare ‘che si e’ sviluppato lungo le ultime quattro legislature’, come ricorda il viceministro della Giustizia Enrico Costa, la legge sul divorzio – introdotta nel 1970, sottoposta a referendum nel ’74 e rivista nel 1987 – fa un passo da gigante verso uno smaltimento notevole dei tempi: non ancora quello definitivo, pero’, perche’ ora passa al Senato per l’approvazione finale.
Con la legge attuale occorrono tre anni di separazione per ottenere il divorzio, il cui calcolo scatta nel momento in cui i coniugi si presentano al presidente del Tribunale: se il testo approvato dalla Camera verra’ mantenuto da Palazzo Madama, si passera’ invece a un solo anno dal momento in cui viene notificata la domanda al coniuge in caso di divorzio giudiziale, e sei mesi nel caso del consensuale.
Inoltre si prevede che la comunione dei beni si sciolga quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o quando viene sottoscritta la separazione consensuale: e le novita’ del provvedimento interessano anche chi sta oggi tra le carte bollate per la fine di un matrimonio, perche’ la legge prevede che venga applicata ai procedimenti in corso.
‘Una norma di civilta’ giuridica che risponde al cambiamento importante fatto negli anni dalla societa’ e dalla famiglia stessa’, si rallegra uno dei due relatori della legge, la Pd Alessandra Moretti (l’altro e’ il forzista Luca D’Alessandro). Ma analoga soddisfazione arriva da altre forze politiche, non manca pero’ qualche contrario, come il democratico Beppe Fioroni, che si e’ astenuto, Eugenia Roccella, del Nuovo centrodestra, che ha votato contro una ‘legge ideologica con cui si vuole decostruire il matrimonio cosi’ com’e’ previsto dalla nostra Costituzione’ e il collega Alessandro Pagano, che bacchetta i colleghi di centrodestra perche’ ‘il nostro ruolo e’ di alternativa alla sinistra’ e ‘dobbiamo ancor piu’ caratterizzarci per il nostro ruolo identitario’.
Ora, la parola passa al Senato, dove i relatori saranno ancora una volta del Pd e di Forza Italia. Moretti e D’Alessandro, soddisfatti del risultato, raccomandano analoga sintonia e velocita’ di approvazione. Un gruppo di senatori democratici gia’ promette: ‘Il Senato fara’ gli straordinari per assicurare una rapida approvazione’".
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