Alla terza giornata e’ gia’ derby d’Italia. L’Inter di Walter Mazzarri contro la Juventus di Antonio Conte: la nobile decaduta con velleita’ di tornare in alto contro la favorita per eccellenza in vista del traguardo finale. I nerazzurri troveranno un ostacolo duro ma hanno preso una buona rincorsa: tre vittorie di fila tra campionato e Coppa Italia, zero gol subiti. Condizioni che ricordano la sfida dello scorso anno a campi invertiti, quando Zanetti e compagni suggellarono una lunga fila di successi con il trionfo allo Juventus Stadium. I riflettori accesi a Torino si spensero presto lasciando spazio ad un tracollo inaspettato. Un epilogo che Walter Mazzarri non dimentica: ”Dovesse andar bene a noi dobbiamo pensare che due o tre rondini non fanno per forza Primavera. Anche l’anno scorso l’Inter ha battuto la Juve ma poi e’ finita come abbiamo visto. Loro sono favoriti ma questo ci da’ ancora piu’ carica. Ho sempre detto ai miei giocatori che in campo non si deve pensare al risultato, come avviene sempre in Italia, ma solo a fare il massimo. Sono abbastanza esperto di comunicazione per sapere che si dira’ che non firmo per il pareggio. Per l’Inter vincere sarebbe piu’ importante perche’ noi dobbiamo ancora acquisire l’autostima che i nostri avversari hanno già”.
Un processo di crescita che avrebbe potuto essere piu’ graduale se una sfida non fosse arrivato cosi’ presto. Secondo Mazzarri ”e’ logico dire che sarebbe stato meglio incontrare un avversario cosi’ piu’ avanti”. Questo avrebbe permesso alla squadra di avere Diego Milito non solo tra i convocati ma forse in campo. Sette mesi dopo il grave infortunio contro il Cluj l’argentino (che ha definito l’incontro di domani ”un derby a tutti gli effetti”) sara’ invece a disposizione ma con ridottissime chance di essere tra i protagonisti. ”Sta bene ed e’ convocato, ma e’ chiaro che per crescere di condizione avrebbe bisogno di giocare. Ogni partita pero’ vale tre punti e lui sa bene che per salire di forma dovra’ passare soprattutto attraverso gli allenamenti”. L’argentino sara’ in panchina al fianco di Mazzarri, poco piu’ in la’ Conte. Una sfida nella sfida tra due rivali. ”Se c’e’ stato qualcosa che lo ha offeso chiedetelo a lui – dice il tecnico nerazzurro – Io dissi, quando arrivarono a Napoli al primo anno, che avevano cambiato modulo per la prima volta e per me era un elogio”. Acqua sul fuoco da un lato, perche’ di benzina ce n’e’ gia’ abbastanza nei confronti a distanza con il suo ex presidente, secondo il quale Mazzarri sarebbe un allenatore di caratura meno internazionale rispetto a Benitez. ”Non mi interessa cosa dicono gli altri – risponde Mazzarri – Ma il parere dei giocatori perche’ loro sanno come lavoro e francamente non credo che quando uno lavora bene ci sia molta differenza tra il livello nazionale e quello internazionale”. Il tecnico non potra’ rispondere sul campo prima del prossimo anno, quando l’Inter spera di potere essere di nuovo protagonista in Coppa. Ora l’avversario si chiama Juventus, da affrontare con il 3-5-1-1 gia’ collaudato contro Genoa e Catania. Confermati in attacco i connazionali Alvarez e Palacio, in campo anche gli altri sudamericani rientrati dai voli transoceanici, come Campagnaro o Guarin, oltre a Taider perche’ piu’ in forma dell’acciaccato Kovacic.
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