Ma il Partito Democratico la Tav la vuole fare o no? Pier Luigi Bersani, ospite di “Radio anch’io”, dice di sì: “Sono per farla, con il dialogo, ma per farla”. Per il segretario del Pd la "questione con gli abitanti della Val di Susa c’entra sempre meno. Sta diventando una battaglia ideologica. Ma ricordo che stiamo parlando di treni, di una ferrovia, punto e basta".
Il Pd accoglierà l’appello alla responsabilità del presidente del Consiglio? “Berlusconi ci invita ad essere responsabili. Ma qualche volta ci vogliono dire qualcosa prima? Io la lettera l’ho letta sui giornali”. “In Parlamento “c’è lo spazio per discutere alcune di queste misure, quelle sulle quali conveniamo. Ma naturalmente su quelle su cui non conveniamo non ci si puo’ chiedere di dare una mano”. Per esempio, “non siamo d’accordo con l’intervento a gamba tesa sui licenziamenti, non ha niente a che fare con gli interventi per rendere più flessibile il mercato del lavoro, e non mi pare neanche che sia la priorità, abbiamo il problema opposto, di attività produttive in ginocchio e di politica industriale".
Bini Smaghi deve dimettersi dal board della Bce? "Certamente", risponde Bersan, che però aggiunge: "Il problema e’ che non puoi dare l’impressione che sia pregiudicata una vicenda così delicata. Bisognava costruire un sistema diplomatico per tempo, e la cosa si sarebbe risolta subito". "Ora Bini Smaghi deve trovare il modo e la motivazione per lasciare quel posto, ma e’ la gestione" di tutta la vicenda Bankitalia-Bce che e’ stata "incredibile”.
In conclusione, chi teme di piú Bersani come leader del centrosinistra, Renzi, Zingaretti o Civati? “Non temo nessuno: solo un pazzo puó avere il desiderio di prendere in mano una situazione difficile come quella del nostro Paese”. “L’eccesso di personalizzazione è il passato e non il futuro”.
Discussione su questo articolo