La questione morale interna al Pd riapre in qualche modo quella che riguarda il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Sì, perchè chi nel Pd è stato colpito dalla scure dei magistrati "ha sempre fatto un passo indietro", si è sempre dimesso, rivendica Rosy Bindi, presidente del Partito Democraito. Anzi, il Pd in queste settimane "ha dato l’esempio", anche chiedendo "giustamente alla magistratura di svolgere fino in fondo il proprio compito" e imponendo "ai coinvolti un passo indietro". Non solo: "La dichiarazione con la quale ieri Penati ha detto di rinunciare alla prescrizione sono esempi di un altro modo di comportarsi", sottolinea Bindi.
Che succede invece nel centrodestra? "Il presidente del Consiglio e’ stato rinviato a giudizio per diversi reati, tra i quali anche la corruzione. Alcuni dei suoi collaboratori sono indagati per reati gravi, su altri pende la richiesta di arresto, altri ancora sono stati condannati. Ma sono tutti ancora li’, nessuno ha fatto un passo indietro e nessuno ha rinunciato alla prescrizione, a cominciare dallo stesso Berlusconi che sta tirando molti processi alle lunghe; in particolare sta tirando per le lunghe il processo Mills dove e’ accusato di corruzione, finora si e’ salvato grazie alle leggi ad personam e il coimputato e’ gia’ stato condannato". Ma se vogliono parlare di questione morale tutta interna al Pd, allora il Cavaliere "e tutto il centrodestra adesso non possono piu’ tergiversare. Prendano esempio" dal Partito Democratico "e finalmente accettino di comportarsi come devono fare i dirigenti politici e gli amministratori quando vengono accusati di reati gravi: essere piu’ cittadini degli altri, fare un passo indietro, non mettere i bastoni tra le ruote della magistratura e chiarire subito che rinunciano a godere dell’eventuale prescrizione dei reati".
Il Pd non resta a guardare in silenzio mentre il caso Penati occupa le pagine di tutti i giornali, ma dice la sua. E lo fa con grande forza. Nemmeno si può dire che Rosy Bindi abbia tutti i torti, no?
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