E’ terminata in Italia la vicenda della strage di Berlino, così come in Italia era cominciata visto che il Tir dirottato proveniva dal nostro Paese: Anis Amri, unico sospettato e ricercato per l’attentato terroristico dello scorso 19 dicembre presso il mercatino natalizio della capitale tedesca, è stato ucciso in un conflitto a fuoco appena sceso da un treno a Sesto San Giovanni, nel milanese, in piena notte. Avvicinato da due agenti di polizia, alla richiesta di identificarsi il tunisino ha aperto il fuoco, ferendo in modo non grave un agente e rimanendo ucciso dagli stessi agenti costretti a rispondere sparando a loro volta.
E’ stato lo stesso ministro dell’Interno Marco Minniti a raccontare la dinamica della vicenda: “L’Italia deve essere orgogliosa” ha detto, assicurando che andrà appena possibile a trovare in ospedale l’agente ferito. “Interpreto il sentimento del Paese dicendo ai due poliziotti che l’Italia è a loro grata”. Il ministro ha espresso la sua più “totale soddisfazione” e ha aggiunto: “noi guardiamo a questi due ragazzi come persone straordinarie e di giovane età che facendo semplicemente il loro dovere hanno fatto un servizio straordinario alla comunità”.
Il questore di Milano Antonio De Iesu, in una conferenza stampa convocata in mattinata, ha spiegato che Amri “se fosse stato lasciato libero non è escluso che avrebbe potuto consumare altri attentati” e che la cattura dell’attentatore “premia l’intensificazione dell’attività di controllo del territorio nei luoghi di particolare flusso turistico e il rafforzamento delle misure di difesa passiva: abbiamo limitato al minimo indispensabile i congedi in questo periodo”. De Iesu ha però sottolineato che si è trattato “di una attività non pianificata” e sugli agenti ha detto “Non mi piace definirli eroi, sono buoni poliziotto che stavano espletando il loro lavoro in modo efficace: va dato merito a tutti coloro che operano in volante per garantire la sicurezza dei cittadini”. Secondo le ricostruzioni della Polizia, Anis Amri è rientrato in Italia transitando dalla Francia, e la scorsa notte all’una è passato per la Stazione centrale di Milano.
GENTILONI Le minacce “non vanno sottovalutate” e l’allerta per probabili attacchi terroristici in Italia “resta massima” ma “quello che è avvenuto stanotte ci dimostra che lo Stato c’è e l’Italia c’è”. Il premier Paolo Gentiloni parla alla stampa a Palazzo Chigi e ringrazia le forze dell’ordine che questa notte, a Sesto San Giovanni, nel milanese, hanno neutralizzato Anis Amri, l’attentatore del mercatino di Natale di Berlino, che il 19 dicembre, lanciandosi sulla folla con un tir, ha provocato 12 morti, tra cui la giovane italiana Fabrizia Di Lorenzo. E ai familiari della ragazza, che Gentiloni definisce “italiana esemplare” va “l’abbraccio del governo e di tutti gli italiani”. “Siamo fieri delle forze dell’ordine e dell’intelligence – ha detto il premier -. Fieri dell’agente ferito Cristian Novio e del suo collega Luca Scatà”.
“Due agenti che hanno mostrato coraggio e capacità professionale” aggiunge il presidente del Consiglio comunicando di aver informato subito la cancelliera tedesca Angela Merkel. Contro il terrorismo, conferma Gentiloni, è necessario “aumentare la collaborazione internazionale” e rivolgendosi a tutti gli italiani che si accingono a celebrare le feste di Natale, il premier dà “la certezza che il governo farà del suo meglio”. Un impegno, sul fronte della sicurezza, sul quale “si è registrata una convergenza parlamentare larga – sottolinea Gentiloni -. Sicurezza e coesione devono andare di pari passo”. Anche perché, una lezione “che dovremmo aver imparato” è che “un Paese troppo lacerato rischia di essere un Paese meno sicuro” conclude Gentiloni.
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