Fabrizio Barca, ex ministro della Coesione sociale, in una intervista a Repubblica dichiara: “Cambiare si può. E Renzi cambi metodo. Impari a fidarsi. Impari che senza il confronto, ti trovi poi un comitato del No. Pensi di avere accelerato e invece ti sei suicidato”. “Più che anticipare il congresso – spiega – ritengo sia importante cambiare le regole. Cosa che non dico più solo io, ma un documento di Guerini e Orfini. Insisto: fate come volete dal punto di vista congressuale, ma sistemate prima le questioni organizzative”.
“Se sei in un’associazione – sottolinea Barca – non puoi dare vita a comitati, a raggruppamenti che si combattono per il Sì o per il No al referendum. La logica dei comitati non è sana. Le rese dei conti si percepiscono nella stessa maggioranza renziana, dove si intravedono tregue, tregue armate. Si è creata una tale lacerazione e una tale mancanza di empatia che non può reggere”.
“L’errore fondamentale di Renzi – osserva – è che non ha saputo fidarsi, sia come segretario che come premier. Non si è fidato neppure della propria forza, la quale gli permetteva di circondarsi di un gruppo che non gli dicesse sempre sì. Non ha costruito un governo collegiale. Ma oggi nessuno può pensare di farcela da solo. Resti in solitudine e questo ti impedisce di cogliere non solo i bisogni, ma anche le soluzioni. Gli errori tuttavia si possono rimediare”.
Oggi, osserva Barca, c’è “un Pd rissoso, con risse fini a se stesse e prive di contenuti”. Ma “un congresso va fatto con tempi distesi. Sei mesi, anche più. Deve essere lungo abbastanza da fare discutere”. Barca precisa che lui non ha intenzione di candidarsi alle primarie del Pd.
Discussione su questo articolo