L’ingresso nel Duemila e l’allungamento della vita hanno estirpato la voglia di futuro. Gli individui, le famiglie, le aziende e gli Stati si muovono su un eterno presente, attraversato da torcicolli nostalgici per un passato ingigantito dai ricordi. La crisi ormai è mondiale, crisi economica e finanziaria, anche crisi di valori. Giovani disperati, governi incerti, disoccupazione lacerante. Il futuro ci appare come un incubo, il passato un’oasi di certezze e quiete.
20 dicembre 2012: fine del mondo, nuova era o bufala? Cosa accadrà quel giorno? Un interrogativo che coinvolge fortemente anche gli Italiani nel mondo. Io stesso sono stato invitato con insistenza a partecipare nei Caraibi ad una riunione pagano-religiosa, dove si cantava la gloria per una nuova dimensione che coinvolgerà tutto il pianeta Terra. Ho percepito un indefinibile impressionante "effetto presenza".
Carlos Barrios, storico, antropologo e ricercatore, ha passato molti anni a studiare con gli anziani Maya, studiando molti calendari insieme a suo fratello Gerardo il quale, per ampliare la sua conoscenza, intervistò più di 600 anziani. Barrios afferma: “Gli antropologi visitano i templi, leggono steli ed iscrizioni e confezionano storie sui Maya, tuttavia non interpretano i segni in modo corretto, lavorano solo di immaginazione. Altri scrivono delle profezie nel nome dei Maya; dicono che il mondo finirà nel dicembre del 2012. Gli anziani Maya sono furibondi per questo; il mondo non finirà, sarà trasformato. Sono gli indigeni – non altri – a possedere i calendari ed a sapere come interpretarli correttamente”.
L’umanità andrà avanti, quindi, ma in un modo diverso. Le strutture materiali cambieranno e da questo avremo l’opportunità di essere più umani. I cambiamenti profetizzati stanno per verificarsi, ma il nostro atteggiamento e le nostre iniziative ne determineranno l’asprezza o la dolcezza.
Niente fine del mondo, ma comunque un importante momento di crescita, miglioramento ed evoluzione per tutti, per riscattare un mondo che, ormai è sotto gli occhi di tutti, sta arrivando al collasso.
E’ difficile anche dire che avvenga un cambiamento così grande, penso che sia più che altro un desiderio derivato dalla necessità, dalle incertezze del momento, dal fragore del crollo delle grandi economie degli Stati. E tutto potrebbe restare solo un sogno, una maledetta voglia di credere. O forse no? Basta attendere, il 20 dicembre 2012 è dietro l`angolo.
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