“E’ una campagna elettorale un po’ povera di contenuti, e di realismo nell’esprimere questi contenuti. Dicono copriamo le buche, chiudiamo i campi nomadi, però come farlo e con quali soldi non lo dice nessuno. Tutti parlano in maniera astratta”. Così Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, intervenuto a Radio Cusano Campus. “Quello che amareggia di più – continua – per noi è la divisione nel centrodestra, voluta fortemente da Giorgia Meloni, che ha rifiutato qualsiasi approccio di supporto alle altre liste”.
La leader di Fratelli d’Italia “ha detto che non sono un incapace e non sono coinvolto in mafia capitale, però mi ha accusato di non aver avuto coraggio della discontinuità. Un centrodestra diviso al proprio interno mi ha isolato, non mi si può accusare di mancato coraggio. Questa situazione è figlia di quella scena politica”.
“Dopo Mafia capitale – sottolinea Alemanno – c’è stato un fuggi fuggi generale, c’è stata una tendenza a rimuovere e a dire non c’ero e se c’ero dormivo. Si trattava di accusare la sinistra per le responsabilità, il 70% dei coinvolti era di sinistra e bisognava evidenziare questo, altro che il teorema fascio-mafioso”.
“Ho grande simpatia per Storace, ma non sono impegnato in questa campagna elettorale. Se Meloni e Marchini non arrivano al ballottaggio va fatta una riflessione, perché la divisione consegnerebbe a Roma un ballottaggio tra sinistra e 5 stelle. Se invece uno ci va, si pone comunque la questione dell’unità per vincere. Non possiamo continuare ad affrontare le elezioni in questa maniera. Andrò sicuramente a votare, ma non mi metto in mezzo per evitare strumentalizzazioni. Già ci sono adesso che sto cercando di stare zitto, figuriamoci se mi metto a parlare. Chiunque del centrodestra è migliore di sinistra e 5 stelle, quindi voterò chi tra Meloni e Marchini raggiungerà il ballottaggio”.
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